“Non c’è posto”. Così un uomo originario del Pavese, a cui i medici avevano prescritto una “Pet” entro 72 ore per decidere se operarlo per un tumore, si è sentitito rispondere da diversi ospedali pubblici. Nessun centro riusciva a garantire questo esame e alla fine la famiglia, non potendo e non volendo più aspettare, si è rivolta a una struttura pubblica privata, cioè a pagamento.
La scelta di andare da un privato “non tutti possono permettersela”, ricorda un familiare alla “Provincia pavese”. Quando la famiglia ha contattato altri centri della regione, la disponibilità era di 15 giorni, sempre troppi per chi aveva bisogno di un esame in tempi brevi. Con la Pet i medici riescono a confermare una diagnosi di tumore, verificando la presenza di metastasi o una eventuale diminuzione della massa tumorale.