Attivo da gennaio 2021, il Points-based immigration system (PBS) è il nuovo sistema per l’immigrazione nel Regno Unito: ecco i visti per i lavoratori
Dal 1° gennaio 2021, a seguito della Brexit, cambiano le norme che regolano l’ingresso dei lavoratori stranieri nel Regno Unito. È stato infatti istituito un sistema di immigrazione a punti, il Points-based immigration system (PBS) per l’appunto, «in base al quale i cittadini dell’UE sono equiparati a quelli dei paesi extra UE e che privilegia le competenze e il talento delle persone rispetto alla loro provenienza» si legge sul sito del governo inglese.
Quindi anche gli italiani che vorranno andare a lavorare nel Paese, dovranno munirsi di un visto; attenzione, non chi già vive nel Regno Unito, ma solo coloro che decideranno di trasferirvisi dal 2021.
Competenze e talento diventano la base per calcolare un punteggio e solo per i lavoratori che totalizzeranno almeno 70 punti si apriranno le porte del Paese d’oltremanica. Per ora sono stati previsti diversi tipi di visti per i lavoratori; vediamo quindi le tipologie principali.
IL VISTO PER I LAVORATORI QUALIFICATI
Il visto «Skilled Worker» prevede fra i requisiti il possesso di un’offerta di lavoro da uno sponsor riconosciuto dall’Home Office inglese. Non si può insomma andare a Londra e una volta lì cercare un impiego. No, occorrerà averne uno in mano già prima di salire sull’aereo.
Poi c’è una soglia salariale minima da rispettare che coincide con «£ 26.500 oppure il salario corrente per quel lavoro specifico, a seconda di quale sia l’importo più alto». Il limite salariale minimo non potrà essere comunque inferiore a 20.480 sterline annue.
Fra i requisiti richiesti ci sono prevedibilmente anche quelli linguistici, che valgono 10 punti. «Per accedere nel Regno Unito a partire da gennaio 2021 occorre possedere alcuni requisiti di base anche linguistici, quale una conoscenza di livello B1 della lingua inglese che corrisponde a un punteggio IELTS tra 4.0 e 5.5» spiegano dal British Council Italia, l’ente ufficiale britannico per la promozione delle relazioni culturali e delle opportunità educative.
A cosa corrisponde? «Nel quadro di riferimento Europeo IELTS è assimilabile a un profilo “Independent user”, in grado cioè di assolvere in maniera autonoma e sufficiente a tutte e quattro le aree di competenza (Listening, Reading, Writing and Speaking). L’ente britannico invita a verificare per tempo gli esatti prerequisiti richiesti in base al tipo di visto che si desidera richiedere in funzione del proprio profilo personale e professionale (studente universitario, laureato, professionista o altro tipo di lavoratore) in quanto il range può raggiungere anche un punteggio massimo di 7.0» concludono dal British Council Italia.
LE PROFESSIONI SANITARIE
Una sorta di corsia preferenziale, probabilmente anche dovuta alla situazione sanitaria contingente, è riservata alle professioni sanitarie riconosciute nel Regno Unito. Per questi lavoratori è stato pensato il visto «Health and Care» che prevede gli stessi requisiti del precedente, ma anche una serie di vantaggi: «accesso rapido, tassa amministrativa ridotta e supporto dedicato durante il processo di presentazione della domanda, esonero dal pagamento del supplemento sanitario per l’immigrazione».
IL VISTO PER I TALENTI
Con il visto «Global Talent» invece il Regno Unito sembra voler attirare i talenti più promettenti, come di fatto accade da tempo a livello universitario. Questo visto esonera dal requisito di possedere un’offerta di lavoro prima dell’arrivo; non è rivolto ai professionisti talentuosi di tutti i settori ma solo a quelli «della scienza, delle discipline umanistiche, dell’ingegneria, delle arti (tra cui cinematografia, design della moda e architettura) e della tecnologia digitale, in possesso di competenze uniche in grado di arricchire il patrimonio di conoscenze, l’economia e la società del Regno Unito» specifica il sito governativo.
UN VISTO PER I LAUREATI
Un altro visto, il «Graduate Visa», è infine stato pensato per coloro che hanno conseguito un titolo universitario nel Regno Unito. Queste persone potranno lavorare o cercare lavoro fino a un massimo di 2 anni (3 per i dottorandi) dopo la conclusione degli studi.
Attenzione perché questo visto sarà disponibile solo dall’estate 2021 «per gli studenti internazionali che sono stati sponsorizzati da uno sponsor per studenti riconosciuto dall’Home Office con una comprovata esperienza in merito alla conformità ai requisiti di immigrazione del governo del Regno Unito».