Una chiacchierata informale su comunicazione e politica per Francesco Nicodemo, ospite ieri della Festa dell’Unità organizzata dalla sezione del Partito Democratico di Caposele, in Irpinia. Nella terra delle sorgenti del Sele il responsabile comunicazione del PD nazionale ha colto gli spunti del giornalista Giulio D’Andrea per spiegare la trasformazione che il partito a guida Renzi sta vivendo, non solo dal punto di vista dell’immagine, ma pure dei contenuti. E quindi quanto ha pesato il contributo di Francesco Nicodemo nella vittoria alle Europee di maggio? E qual è la vera novità della leadership di Renzi?, sono state alcune delle curiosità soddisfatte nella serata.
«Finalmente si è puntato sulla costruzione di un partito che non concepisce più la comunicazione come qualcosa di alieno» ha spiegato Nicodemo «e ha capito che se non comunichi bene, a livello di mezzi e di contenuti, non serve a nulla quello che fai. Nel 2013 abbiamo perso le elezioni perché non avevamo una proposta chiara, avevamo impostato ancora una volta la narrazione sull’antiberlusconismo con lo slogan “smacchiamo il giaguaro” o sull’idea di superiorità del Pd sugli altri con “l’Italia giusta”. Questa volta non so se abbiamo vinto per gli 80 euro o per l’Irap, ma siamo riusciti a fare agenda setting. Io non sono lo spin doctor di Matteo Renzi perché è lui lo spin doctor di se stesso per la capacità che ha di risalire i flussi della comunicazione, di utilizzare i diversi media e creare ibridazione tra essi. La sua è una leadership unica nel contesto europeo che segna una cesura tra la politica pre-Renzi e post-Renzi. Quello che ora il Pd deve provare a fare è ricostruire un rapporto forte con gli intellettuali perché con il berlusconismo abbiamo perso l’egemonia culturale; la sinistra deve ritornare popolare e in quanto tale potrà essere veramente riformista».
Poi un passaggio sui territori suggerito dalla partecipazione al dibattito del responsabile Ambiente del Pd irpino Mario Pagliaro che ha ringiovanito la comunicazione ambientale del partito a livello locale attraverso la semplice creazione di un blog. «Non c’è in Italia un’infrastruttura democratica come quella del PD ed è compito del partito riuscire a farla coincidere con quella virtuale» ha continuato il responsabile Comunicazione dei democratici «Le esperienze migliori continuano ad arrivare dai territori, dalle periferie e non dal centro. E’ su questo che il partito deve puntare ed è quello che stiamo cercando di fare con la PD community».
Infine, un inevitabile commento sulle prossime regionali e sull’autocandidatura di un altro comunicatore speciale del Partito democratico, Vincenzo De Luca: «E’ stato uno straordinario sindaco di Salerno, ha avuto una chance grande quattro anni fa. Sono d’accordo sul fare le primarie, ma sono convinto che bisogna trovare un candidato di spessore che batta De Luca proprio alle primarie. E stiamo lavorando per trovare questo candidato di alto profilo, in grado di proporsi come alternativa a Caldoro e a un Movimento 5 Stelle troppo sottovalutato».