“Non ho l’ansia di tornare a Palazzo Chigi“. Così si è espresso Matteo Renzi, alla trasmissione DiMartedì, aggiungendo che: “Penso che la vicenda delle banche sia uno della tante in cui le falsità che girano in rete hanno creato un’immagine falsata. Chi ha sbagliato deve pagare, il vicepresidente di Banca Etruria è stato commissariato da noi. Il punto è che voi parlate solo di Banca Etruria ma negli anni hanno spolpato le banche e tutti zitti, banchieri, giornalisti e politici. Se uno ha paura di stare contro le burocrazie ha gli scheletri nell’armadio, io non ne ho e voglio la verità”. Poi: “Non credo che il Paese sia stanco e deluso, c’è tanta bella gente che vuole mettersi in gioco”. Lo dice il segretario del Pd Matteo Renzi sempre a DiMartedì, commentando quanto detto oggi dal presidente del Senato Pietro Grasso: “Io da premier ho sbagliato nell’approccio: ho dato l’impressione di essere molto attento ai poteri importanti anche se davo tanta attenzione agli altri luoghi del Paese. Si può anche sbagliare, io invito chi non sbaglia mai. Quando ho sbagliato, sono andato a casa io. Ma 26mila persone mi hanno detto ‘cambia idea’”.
Riguardo la mancanza di Di Maio, Renzi dichiara: “Mi dispiace che Di Maio non ci sia perché l’aveva chiesto lui ed invece ho capito che era una bufala di Gnocchi. Aveva detto ‘vieni’ come quei compagni che dicono ci vediamo dopo la campanella e poi scendi e non lo trovi. Non è un modo serio, Di Maio è leader di un partito importate non deve scappare, potrebbe essere premier e quando sei premier non puoi provocare e poi scappare”. E se si sente un leader vincente Renzi risponde così: ” Io sono responsabile di due grandi risultati: una vinta alle europee, e una persa al referendum, sulle amministrative abbiamo vinto in 5 regioni, e perso in 2. Io leader vincente? glielo dico dopo le elezioni pubbliche”.
In conclusione Renzi sbotta così: “Sono mesi che cercano di mettermi da parte, ma non ci riusciranno nemmeno stavolta“, riferendosi alle prove false di Consip, la polemica sulle banche, le accuse sulla mancata crescita.