L’opinione di Diego Ruggiero, segretario del circolo PD “Aldo Moro” di Airola(BN)
La segreteria provinciale uscente – aldilà di limiti evidentissimi a tutti- è una tappa “comunque” positiva del cammino di costruzione del progetto democratico nel nostro territorio. Adesso però occorre crescere, maturare, migliorare responsabilizzandosi. E’ finito del resto il tempo delle ipocrisie. Basta con la retorica dei 78 circoli! Il segretario ha fatto il suo dovere. Quello che chiunque poteva fare. Nulla di eccezionale. Troppe questioni non sono state affrontate per tenere in piedi una inutile unitarietà e non disturbare i maggiorenti. Se questo è un merito!? Infatti, molti di questi circoli sono la naturale prosecuzione di precedenti esperienze politiche, specie di sinistra, e non tutti i 78 circoli sono vivaci luoghi di dibattito e confronto. Spesso hanno difficoltà ad emanciparsi dalle dinamiche “amministrative” locali – non per demerito dei dirigenti locali – nella assenza compiacente della federazione ligia al motto: non si disturba il manovratore. Potrebbe sembrare un discorso un po duro? In fondo oggi esprimiamo l’unico rappresentante del Sannio in Regione ed al Governo, nonchè tutti i sindaci dei maggiori centri. Emerge invece il rapporto stridente tra questa forza “amministrativa”, che ci ostiniamo ad intestare al partito, e il dato politico. Infatti dopo le ultime tornate elettorali (2013,2014,2015) in cui il partito si è misurato con la pubblica opinione, dobbiamo registrare nel Sannio l’aumento dell’astensionismo e l’avanzata del populismo demagogico grillino che non abbiamo contenuto. Un trend nazionale!? E’ una semplificazione sterile. Benevento gode di una condizione “politico-amministrativa” unica in Campania che la chiama a dare di più alla causa democratica! In effetti se ogni dato negativo trova spiegazione nel trend nazionale e quelli positivi nella nostra azione locale, qualche problema di analisi ci sarà o no!? Parliamo di numeri e fatti. Ad esempio, a Benevento città M5S è primo partito, raccogliendo una non irrilevante messe di preferenze. In effetti c’è un voto d’opinione “volatile” che si muove indifferente alle dinamiche del voto organizzato e di partito. Noi non lo intercettiamo, accontentandoci – consapevoli della deflagrazione del centrodestra sannita- di fare scouting tra amministratori locali per conservare rendite di posizione. E’ evidente che abbiamo il ruolo della Dc dei bei tempi, ma non la sua forza mobilitante nell’elettorato. In sostanza corriamo il rischio di ricordare questa fase politica come quella di un partito senza una vera leadership popolare, ingabbiato in logiche personali di stampo amministrativo che coinvolgono qualche sindaco e qualche dirigente. Ma nulla più!. Del resto molti temi dirimenti per i nostri concittadini – politiche sociali, l’ambiente, turismo, il lavoro o la cultura- vengono lasciati al buon cuore degli appassionati – e ce sono eccome tra i dirigenti locali che ho conosciuto in questi anni!-, senza esiti nell’azione politica concreta che viaggia su dinamiche valoriali autonome e forse arbitrarie. Manca in sostanza una azione collettiva efficace “del partito” che amministra tutto in provincia. Vediamo sforzi lodevoli dei singoli, ma niente più! I fatti restano lontani. Invece con questa forza “amministrativa” dovremmo avere la forza e la capacita di rivoltare questo territorio come un calzino. Invece solo azioni di singoli a cui battiamo da soli le mani, nel disincanto della pubblica opinione. Mi chiedo: qual è la nostra azione “collettiva” sugli Ambiti sociali? Oppure sulle tante aggressioni che la nostra terra ha subito dall’eolico alle ecoballe, dalle trivellazioni all’inquinamento dei corsi d’acqua? Ci sono poi temi del tutto ignorati. Sulla crisi occupazionale di Airola – la più importante in provincia con circa 400 cassintegrati – ad esempio la federazione è stata assente in tutti i passaggi. Oppure: qual e’ la nostra riflessione “comune” sui recenti dati dello Svimez? Non basta organizzare kermesse improvvisate e calate dell’alto, senza il minimo coinvolgimento della base. Abbiamo o no la consapevolezza di dover rappresentare nelle istituzioni anche chi non ha votato? Non è un discorso di nomi – per me tutti vanno bene purchè abbiano idee- ma di impostazione politica e di obiettivi. Coinvolgere tutti è faticoso ma è l’unica strada che porta ad un movimento collettivo che riaccenda la speranza. Abbiamo il coraggio di affaticarci in questo percorso con una pazienza operosa?! Fino ad oggi non l’ìho visto questo coraggio, nè questa speranza. Penso che ormai, per maturare come organizzazione, occorra battersi per costruire una reale alternativa ai limiti dell’attuale gestione del PD sannita che ho indicato. Non bisogna invece coltivare ostinazioni unitarie che possono trovare la loro sintesi solo in percorsi “realmente” partecipati, oggi assenti. Cominciamo da subito allora, rinnovando i metodi e responsabilizzando la base. La sopraggiunta incompatibilità del segretario apre una nuova fase di ricambio di cui già si discute – come si usa, in sedi private- tra dirigenti da tempo. Un ricambio che non deve essere di nomi ma di idee. Allora, , prima di accingerci a votare il nuovo segretario di Federazione, non perdiamo l’occasione: apriamo una rinnovata fase di ascolto ed elaborazione nelle assemblee di circolo sui temi che interessano il territorio per individuare il profilo di un nuovo segretario che impersoni una fase di vero rinnovamento, costruendo una leaderschip popolare ed inclusiva, perché nata dal contributo di tutti. Immaginiamo un PD alternativo!. Sarebbe un momento di vera e reale crescita democratica dell’organizzazione. Coinvolgiamo tutti, senza rendite di posizione e accordi preconfezionati. Poi vengono i nomi e le kermesse con nomi altisonanti. Sarebbe utile e veramente saggio. Un primo vero segno di discontinuità e vero rinnovamento.