Nel corso della trasmissione radiofonica “Dentro i fatti” condotta ed ideata da Samuele Ciambriello, sono state affrontate le delicate tematiche relative alle recenti nozioni che hanno trasformato la Colonproctologia, vera e propria croce del ventunesimo secolo. Sono intervenuti a tal proposito il Dott. Michele Schiano, Specialista in Colonproctologia (branca della scienza medica che si occupa delle patologie che interessano l’ultimo tratto dell’apparato digerente) nonché Presidente della Commissione Regionale Sanità, e il Dott. Tonino Pedicini, ex Direttore Generale dell’istituto Oncologico “Pascale” di Napoli, autore, tra le tante pubblicazioni, dell’Atlante dei Tumori relativo alla mortalità per cancro nella provincia di Avellino nel quinquennio 2006-2011.
Cominciamo il nostro approfondimento con il Dott.Schiano: dal punto di vista dei conti ma soprattutto dal punto di vista qualitativo, com’è la sanità campana?
«Parliamo di una sanità che, a seguito dei numerosi problemi economici e dopo aver fatto salti mortali per rientrare nel patto di stabilità, comincia finalmente a vedere un po’ di luce. Possiamo adesso mettere in condizione tutti gli addetti ai lavori di svolgere al meglio il proprio compito; riusciamo ad immaginare un miglioramento dei servizi ospedalieri inerenti la disponibilità dei posti letto con il supporto dell’ospedale dei colli e del Policlinico; altresì riusciamo ad immaginare che, da qui a fine mese, si apriranno gli ambulatori dell’Ospedale del mare e che sarà possibile ragionare su come superare il Decreto 49».
Dal punto di vista della Ricerca e degli investimenti, cosa potrà fare la sanità campana per evitare questa emigrazione dei nostri pazienti al di fuori della Regione?
«A tal proposito posso segnalare che la giunta regionale ha predisposto numerosi interventi ed è stato molto importante il contributo del Prof. Romano in merito alla “terra dei fuochi”. Ancora, è da segnalare l’attivazione di numerosi fondi per la ricerca, prevedendo gli accreditamenti delle strutture private al fine di renderle definitivamente efficienti ed in grado di evitare la ricerca, da parte dei pazienti, di cure fuori Regione. Ereditavamo una sanità con un disavanzo pubblico di circa un miliardo di euro e con le A.S.L. incapaci di effettuare i pagamenti nell’arco di tre anni; oggi invece i pagamenti vengono effettuati non oltre novanta giorni e la farmaceutica addirittura in un mese».
Caldoro ha detto: “Mi sono ricandidato ma voglio l’unità del centro-destra”. Secondo lei, è unito il centro-destra?
«Io penso che il buon lavoro fatto dal governo Caldoro porterà lo stesso Caldoro ad essere il candidato di tutti. In virtù di questo buon operato gli elettori lo premieranno nuovamente».
L’approfondimento prosegue con l’ausilio del Dott. Pedicini: parliamo della ricerca scientifica per la lotta ai tumori, facendo il punto della situazione nella nostra Regione.
«Probabilmente la nostra Regione può vantare il maggior numero di strutture dedicate alla ricerca. Io ho avuto l’onore di dirigere, fino a qualche giorno fa, l’Istituto che è il più grande centro di ricerca di tutto il mezzogiorno ed abbiamo centinaia di giovani ricercatori a contratto o con borse di studio che portano avanti i nostri progetti».
Lei ha presentato anche questo Atlante della mortalità per il cancro e Solofra risulta essere il comune con maggiore mortalità; molti adesso parlando della “terra dei fuochi”, parlano dell’incremento delle neoplasie in queste zone disastrate.
«Certo. Noi abbiamo il dovere etico e morale di restituire quanto abbiamo in termini di conoscenza e di possibilità di prevenzione per tali patologie. Con tale impostazione abbiamo promosso lo studio epidemiologico sulla mortalità per cancro nella provincia di Avellino, comune per comune. Si è evidenziato fortunatamente che non c’è il livello di rischio di altre aree della Campania come la suddetta “terra dei fuochi”ma che in ogni caso ci sono delle aree ad alto rischio anche nella provincia di Avellino, come nel comparto conciario di Solofra».
Nello specifico, quali sono i fattori che influiscono nell’insorgenza di tumori? Lo stile di vita, l’alimentazione e anche l’inquinamento territoriale?
«Lo stile di vita è l’argomento caro a quelli che io ho definito negazionisti, coloro i quali affermano che chi si lamenta per i cattivi odori, chi vive in vicinanza delle discariche non abbia i presupposti scientifici per sentirsi maggiormente a rischio di chi vive, ad esempio, in quartieri come Posillipo od il Vomero. Io ritengo, assolutamente, che questo maggiore rischio ci sia e che l’inquinamento ambientale abbia avuto ed abbia ancora un peso notevolissimo nella genesi dei tumori. Pertanto noi abbiamo il dovere di impegnarci affinché tutto questo non accada più».
Per concludere: quali sono le maggiori difficoltà dei ricercatori italiani e campani, in quanto troppo spesso si parla di “fuga di cervelli”?
«La fuga di cervelli viene a volte enfatizzata; i cervelli per produrre devono circolare: se i nostri ragazzi non vanno all’estero, se non imparano quello che succede al di fuori delle mura di casa, non saranno mai dei bravi ricercatori. Questo non significa tuttavia che, i nostri cervelli debbano partire per formarsi senza poi ritornare. Per fare questo occorre una politica che abbia un’attenzione nel favorire flussi di investimento nei progetti di ricerca, utilizzando anche i fondi europei nel modo dovuto. Purtroppo molto spesso ciò non accade e ribadisco quanto sia necessario l’intervento delle istituzioni a tutela dei ricercatori».