Lunedì 11 dicembre a Napoli si terrà un corteo indetto dalla Camera Penale di Napoli, mirante a evidenziare ancora una volta le problematiche insite nel sistema giudiziario. “Una marcia per i detenuti” è il titolo della manifestazione che partirà dalla sede della Camera Penale partenopea, presso il Tribunale al Centro Direzionale, per concludersi all’esterno del carcere di Poggioreale. Alla mobilitazione hanno aderito anche associazioni o gruppi esterni al mondo dell’avvocatura: in particolare saranno presenti i Radicali sia nella pattuglia che si riconosce e milita nel Partito Radicale con l’associazione Penna Bianca, sia alcuni militanti di Radicali Italiani che a Napoli collaborano con il dirigente nazionale del movimento, Raffaele Minieri.
Non è un caso se proprio i Radicali (che seppur divisi condivideranno la stessa piazza) abbiano scelto di appoggiare l’iniziativa delle Camere Penali e non solo in virtù della recente sinergia messa in campo per la raccolta firme a favore della legge di iniziativa popolare sulla separazione delle carriere in magistratura. A leggere le argomentazioni che porteranno lunedì in piazza i penalisti, infatti, riemergono battaglie sempre attuali che da anni Marco Pannella aveva iniziato a combattere. Se le carceri sono l’anello terminale della catena della malagiustizia è evidente come le disfunzioni partano da prima e secondo i promotori del corteo: “Le inefficienze e le disfunzioni del tribunale di sorveglianza di Napoli ostacolano il diritto di difesa dei detenuti”.
Si citano inoltre, nel testo che annuncia l’appuntamento di lunedì, “il trattamento disumano e degradante” – come definizione della Cedu e del Comitato per la prevenzione della tortura – a cui sono sottoposti i detenuti, più volte al centro degli appelli e degli scioperi della fame di Pannella e dei Radicali già durante il primo mandato di Giorgio Napolitano al Quirinale che nel suo messaggio alle Camere parlò di “tremenda urgenza che ci umilia davanti all’Europa”. Era l’otto ottobre 2013, qualche anno è passato ma i trattamenti inumani sono tutt’ora denunciati con iniziative in questo senso già in corso proprio a Napoli (con l’avvocato radicale Raffaele Minieri) dove molti detenuti stanno scegliendo il ricorso alla giurisdizione contro le condizioni di detenzione non sempre legali.
Sovraffollamento e abuso della custodia cautelare sono le altre due criticità all’ordine del giorno: i numeri in questo caso sono eloquenti e raccontano di 7450 detenuti in più nelle carceri italiane per un totale di circa 58 mila ristretti in poco più di 50 mila posti di capienza regolamentare. Compresi quelli ricavati togliendo spazi di socialità per una cifra originaria di 37 mila, portata a quella attuale di 50 mila che tuttavia rimane passibile di osservazioni. Sovraffollamento che in Campania è particolarmente impattante, visto che le cifre riportate dai penalisti napoletani parlano di 1142 detenuti oltre il numero di posti disponibili. Già le recenti visite ispettive effettuate da Radicali Italiani avevano evidenziato il sovraffollamento di ritorno: a Poggioreale ci sono 2210 detenuti in 1637 posti, a Secondigliano oltre 1300 in circa 800 posti e a Santa Maria Capua Vetere 960 ristretti in 850 posti.
Tra questi detenuti molti sono in custodia cautelare e anche in questo caso si tornano a evidenziare questioni da tempo sul tavolo: su 57994 detenuti ci sono 20515 persone in attesa di giudizio, spesso anche del primo grado. Di questi, le cifre dicono che una percentuale vicina al 50% finiscono assolti al termine del processo dopo un periodo di ingiusta detenzione. La manifestazione partirà alle ore 11 all’esterno del Palazzo di Giustizia dove ha sede la Camera Penale di Napoli e si concluderà all’esterno del vicino carcere di Poggioreale.