Ieri De Magistris ci ha deliziati di un’altra uscita delle sue. Ha detto che siamo “napoletanos”. Giusto per restare in tema di salsa rivoluzionaria. Naturalmente sulla battuta si sono scatenati i commenti più divertiti, non poteva essere diversamente. Tuttavia credo che andrebbe invece presa molto più seriamente. È la sincera, apprezzabile da questo punto di vista, dimostrazione di cosa sia per De Magistris l’amministrazione di Napoli. Quale impostazione politico/ideologica voglia dare anche ai prossimi 5 anni. A poche ore dal voto decisivo il Sindaco uscente non si sforza nemmeno di nasconderlo agli indecisi, anzi rilancia. Non parla ai suoi concittadini di come finalmente aggiusterà strade e marciapiedi, di come renderà la città migliore e più vivibile, ma si affida al vecchio spirito rivoluzionario.
Non c’è più la bandana, ci sono invece importanti pezzi ed ambienti che contano della società napoletana a sostenerlo oggi in questa sfida finale. Non incarna, come nel 2011, la speranza di un radicale e benefico cambiamento. È il candidato superfavorito che arriva al ballottaggio forte di un risultato al primo turno che lo ha visto prevalere con un vantaggio enorme.
Sicuro ormai della vittoria, in tanti gli corrono dietro anche nel PD. Gli sorridono, gli strizzano pure l’occhietto sperando nel dopo. Si illudono, non farà prigionieri. Invece di affrontare il quotidiano preferisce allora parlare di “napoletanos”. In fondo è molto più “comodos”, meglio evitare i “problemos”. Olè ! 😀
ENRICO PENNELLA