Antonio Bassolino è il candidato piu’ convincente. L’esperienza, l’equilibrio, il senso dello Stato e delle istituzioni, ne fanno la migliore risorsa di cui Napoli e il centrosinistra oggi possono disporre.
La città viene da anni di isolamento politico e di scarsi risultati amministrativi, ed è questo un destino cui non ci si puo’ rassegnare. Grandi nodi aperti – dalla nuova criminalità organizzata alle future prospettive di sviluppo dopo la fine del ciclo industriale, lo stesso impegno di cura e manutenzione della citta’ e delle sue funzioni – richiedono un sindaco autorevole, capace di dialogare (e all’occorrenza anche farsi sentire) col governo centrale, con gli altri poteri e di avere il polso fermo.
Bassolino ha già dato in passato prova di grande capacità e saggezza. Dalla metropolitana dell’arte – oggi ammirata in tutto il mondo alla valorizzazione della risorsa cultura, dalle politiche di inclusione sociale (reddito di cittadinanza e sostegno ai lavoratori cassaintegrati) alla lotta frontale alla camorra.
Ha avuto anche limiti, come chiunque, anche se spesso gli sono state caricate responsabilità che – come ad esempio nella crisi dei rifiuti – non erano solo, né principalmente, sue.
A farne il candidato più credibile non è solo la sua vicinanza al mondo del lavoro, la sua storia di collaboratore di Berlinguer e di allievo prediletto di Ingrao.
Ancora oggi Bassolino gira i quartieri difficili, prova a ricostruire legami sociali vivi, a unire la città, a contrastare lo spaesamento civile ormai tanto diffuso. In questo è davvero il candidato più a sinistra. Questi anni di riflessione e di lontananza da ruoli di potere ne hanno anche maturato il profilo umano e la capacità di ascolto. Una garanzia anche per la democrazia.
Con queste motivazioni lunedì 29 tante persone di sinistra (ex del Pci e della Fgci, di Rifondazione, di Sel, di Lotta Continua) gli hanno ribadito il loro sostegno e la loro stima.