Ancora una volta il Festival di Sanremo ha fatto discutere come e’ giusto che sia, per un evento che catalizza l’attenzione nazional popolare da una cinquantina d’anni. Si e’ parlato tanto di questo Festival, sul perche’ Maria De Filippi non scendesse le sacre scale di Sanremo, perche’ il Carlo futuro Baudo Nazionale non si fosse abbrustolito piu’ del solito per l’occasione tanto attesa e se Al Bano non ci rimanesse secco durante la sua performance, dopo le note vicende cardiache che lo avevano visto coinvolto appena un mese prima. Si direbbe in tal senso un Sanremo da Bar, anzi da condominio dove tutti dicono la propria ma nessuno decide di spegnere l’interruttore televisivo, perche’ la realta’ dei fatti e’ che Sanremo e’ Sanremo..Bisogna dire che questa edizione ci ha deliziato di parecchi spunti da cui trarne giovamento per le prossime elezioni politiche (vedi Trump vs Clinton) spiegando una volta per tutte che il voto e’ un azione del tutto personale condita da azioni di feedback del tutto personali e legati a delle maschere sociali della psiche umana che neanche Freud riuscirebbe a decifrarne l’azione finale, ma anche collegata ad abitudini da cui e’ difficile modificarne l’azione. Addetti ai lavori e giornalisti da ultimo minuto e ultima parola, hanno fatto percepire il messaggio errato di un cambio generazionale ed epocale con la cosiddetta eliminazione dei “grandi Big”; niente di piu’ falso, poiche’ l’uscita di purosangue della canzone italiana come Ron con la sua meravigliosa Ottava Fantasia, Gigi D’Alessio che mai come in questo Festival ha osato con una canzone fortemente introspettiva , lo stesso AlBano e Giusy Ferreri ha sentenziato semplicemente un problema di voto sommerso, a cui farne le spese sono appunto i grandi Big legati al grande eldorado del mercato discografico anni ’80, ‘90 ( quando si vendevano milioni di cd) a cui i loro fan un po’ attempati sono legati indissolubilmente attraverso concerti indimenticabili sotto la pioggia, acquisti di cd con dei prezzi assurdi e legati ad un eta’ in cui c’e ancora il totale rifiuto ad immergersi ed inserirsi nei canali dei social network, per supportare il proprio artista preferito. E’ cio che invece e’ avvenuto alla scuderia di “Amici” e soci dei migliori Talent capitanati dai Sergio Silvestre, Bernabei, Elodie e compagni di (s)ventura che sul palco sembrano fare un viaggio a ritroso, come nel piu’ fantastico viaggio formato Benjamin Button , assumendo le sembianze di cantanti navigati con la sicurezza necessaria di affrontare mille tempeste, ma non fornendo al pubblico quelle meravigliosa sensazione di calarsi in una coinvolgente e travolgente impresa condita di ansia, cuore e anima, insomma nulla di epico….Ma veniamo a cio’ che piu’ ha scatenato opinion leader, social media, tra il corpetto cadente della super Ospite Giorgia e il pantalone extra-large del valletto Raul Bova, cioe’ la vittoria di Gabbani, gia’ vincitore di Sanremo Giovani e quel testo tanto argomentato nelle ultime ore post-Sanremo. Gabbani in formato partecipante rischiatutto Mike Buongiorno, con la sua coinvolgente e non festivaliera Occidentali’s Karma ha vinto doppiamente, poiche’ attraverso la sua massima rappresentazione simbolica, la scimmia, e’ stato votato da telespettatori (Tenageer) che pur non avendo la minima idea di cosa dicesse il testo lo hanno comunque votato,(attratti dalla scimmia), avvalorando ancor di piu’ il suo gioiello, sui comportamenti dei tuttologi del Web e intellettuali che lanciano giudizi a prescindere dal proprio personale grado di conoscenza dell’argomento…(fa tenerezza ricordare Povia con la favola del Piccione…ma aveva ben altri significati, quali il rispetto, i valori legati alla famiglia. Anche il meritatissimo secondo posto della Mannoia va al di la’ delle considerazioni ufficiali per aver presentato un bellissimo pezzo e ben interpretato; le sue sue incursioni nel talent “Amici” della solita De Filippi, hanno agevolato il suo gradimento musicale non piu’ di primo pelo, nel televoto capitanato da orde di giovani legati indissolubilmente a questi format, risultanti decisivi nella classifica finale, insieme a giurie composte da Deejai e starlette televisive. Non e’ il nuovo che avanza, e’ semplicemente un format ben studiato, dove il business del carrozzone Sanremese richiede a Carlo Conti la presenza di assi a cui attingere una vasta platea televisiva della canzone Nazional Popolare( Albano, D’alessio, Masini per poi relegarli nei bassifondi di classifica grazie alle logiche di voto, ricordando un po’ il Maradona di Usa ’94, voluto da Blatter, ma buttato fuori quando il business era compiuto) e un surplus di audience attraverso la presenza di nuova linfa giovanile di Amici e talent capitanati dalla presentatrice piu’ che mai istituzionale Maria De Filippi, vero collante dello star system con il mercato discografico, inattaccabile e per questo una garanzia per il circo Sanremese.