Un dibattito serrato, appassionato, una discussione animata, quasi un simposio che ha coinvolto il numeroso pubblico accorso al Pan nei giorni scorsi: è questo il senso dell’incontro intitolato “Perché vivo a Napoli- creatività e Napoli, luogo comune o opportunità”, promosso nei giorni scorsi dall’associazione Vivoanapoli, che ha visto confrontarsi, con posizioni opposte, il sociologo Domenico De Masi e lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni.
La premessa di quest’incontro pubblico era sorta, nelle settimane scorse, dalle polemiche, rimbalzate sul web, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dal sociologo molisano, che nel suo ultimo libro, intitolato “Tag”, si è soffermato su Napoli esprimendosi in termini critici, soprattutto ridimensionandone la proverbiale creatività che caratterizza il suo popolo (“Si ama la pizza, ma non ci si batte neanche per il riconoscimento legale della sua paternità” aveva dichiarato di recente).
Il saggio, presentato al pubblico napoletano in occasione del dibattito confronto, è composto di ventisei capitoli, “ventisei concetti importanti, ventisei parole del cuore disposte in ordine alfabetico, ventisei spiragli o oblò sulla realtà, tra i quali brilla la città di Napoli”. Attraverso queste parole l’autore analizza la realtà che ci circonda, i vari modelli sociali. “Il fatto che abbia scelto Napoli come città tipo per capire la società mondiale – ha dichiarato il sociologo molisano – significa che attribuisco a questa città, che considero la mia città, la rappresentazione di un soggetto collettivo particolarmente emblematico”. Tuttavia il suo punto di vista è che la città di Napoli non viva il suo momento migliore, non sia sufficientemente valorizzata e sia, invece, penalizzata dall’indolenza dei napoletani oltre che da una classe politica inadeguata.
“Ci sono state e ci sono eccellenze – ha dichiarato di recente il sociologo – ma è innegabile che la produzione scientifica e artistica sia molto inferiore a quella dimostrata nello stesso arco di secoli da altre aree del mondo”, citando NY, la Silicon Valley e la Vienna di Klimt e di Freud.
Le polemiche scaturite dalle sue provocatorie dichiarazioni non potevano, quindi, che suscitare lo sdegno di molti napoletani colpiti nell’orgoglio, ed ecco che il dibattito non si è limitato al web: tempestiva e opportuna, dunque l’iniziativa dell’associazione Vivoanapoli che ha raccolto queste provocazioni, promuovendo quest’ incontro pubblico sul tema della creatività a Napoli, un confronto diretto tra il noto sociologo molisano e lo scrittore napoletano Maurizio De Giovanni, incontro moderato da Enrica Leonetti, presidente di Vivonapoli.
“La nostra città – ha dichiarato Maurizio De Giovanni – tracima di bellezza: sono convinto che, differenza di quanto sosteneva, tempo fa qualche sciagurato politico, si possa vivere di arte, cultura e delle bellezze naturali che ci offre la nostra magnifica terra”. “Solo ieri – ha aggiunto – ho potuto constatare che circa 1000 cittadini napoletani sono accorsi in una piccola libreria al Vomero per la presentazione del mio ultimo libro “Anime di Vetro”, una dimostrazione di stima da parte dei miei lettori in un torrido pomeriggio di giugno, ma soprattutto la dimostrazione dell’interesse dei napoletani per le iniziative culturali. A Napoli c’è voglia di cultura – ha dichiarato- le risorse tuttavia, sono carenti, basti pensare che tra le prime venti case editrici italiane neanche una è napoletana. Degli innumerevoli progetti legati ai finanziamenti comunitari neanche uno è destinato a Napoli, che è la terza città d’Italia”.
Più ottimista Nino Daniele, assessore alla cultura del comune di Napoli, sulle prospettive della sua città: “Il libro del sociologo De Masi offre un’analisi interessante della nostra città attraverso la descrizione dei 4 soggetti sociali in essa presenti: aristocrazia, borghesia, proletariato e plebe. È vero che ci sono fasce sociali più deboli anche dal punto di vista culturale, ma è altrettanto vero che i confronti ripetuti tra Nord e Sud sono poco costruttivi: abbiamo in questo momento necessità di raccogliere tutte le più autorevoli personalità del mondo imprenditoriale ed intellettuale di Napoli per dar vita ad un progetto costruttivo; è necessario sfruttare le immense bellezze naturali e culturali di Napoli per crearne un indotto economico produttivo”.
De Masi, fermo nelle sue posizioni, ha ricordato che Napoli è scivolata dall’80° al 107° posto per qualità della vita in Italia, aggiungendo che anche il reddito procapite dei cittadini napoletani è di gran lunga inferiore a quelli del Nord. “La verità – ha dichiarato – è che sono gli stessi napoletani che dovrebbero ribellarsi, essere insofferenti ad ogni forma di inerzia, pressapochismo, incompetenza, clientelismo, disfattismo, illegalità”. “Le sterili lamentele – conclude – sono sintomo di infantilismo e vittimismo”, sottolineando che le sue origini molisane e la sua residenza a Roma non lo esonerano dal parlare di Napoli, città nella quale ha insegnato e studiato. “A Napoli – conclude – manca una strategia, un progetto, un modello che invece è presente a Torino e a Milano: città che hanno saputo pensare la proprio futuro”.
Strenua e passionale la difesa dello scrittore Maurizio de Giovanni, nei confronti della sua città: “Napoli è oggetto di una comunicazione distorta, il comparto agroalimentare, il caffè e perfino la pizza sono oggetto di attacchi mediatici senza precedenti. I prodotti della terra dei fuochi sono oggetto di un sistematico boicottaggio. Il terrorismo dei media non risparmia neanche l’acqua di Napoli, potabile, fruibile e pubblica. Napoli ha delle risorse intellettuali notevolissime come 200000 studenti e 16000 docenti dei nostri atenei”, e rilancia: “Il turismo di elitè ed un festival permanente della cultura napoletana sono solo alcune delle idee per rilanciare l’economia partenopea”.
Intanto proprio nei giorni scorsi, il sociologo molisano, ha presentato insieme all’imprenditore Gianni Lettieri, l’iniziativa “Prima Napoli”, un’idea progettuale condivisa sulle soluzioni e i programmi concreti da intraprendere da qui ai prossimi 10 anni, evento in programma a partire dal prossimo ottobre, mentre, sempre in tema di cultura e valorizzazione del territorio, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, ha appena annunciato, dopo essersi consultato con il neo consigliere alla Culture Sebastiano Maffettone, la probabile creazione di un “comitato di esperti e di intellettuali che diventi un luogo permanente di confronto per l’elaborazione di proposte e di programmi culturali per la regione Campania con il più ampio coinvolgimento del mondo accademico, della società civile, della comunicazione e dell’arte”.