Si arricchisce di nuovi elementi la battaglia per il NO alle trivellazioni petrolifere in Irpinia e nel Sannio. Come anticipato nei giorni scorsi, dopo mesi di silenzio sulla questione e atti contradditori come una delibera agostana del settore Attività produttive e Sviluppo con cui si escludeva la necessità di VIA in caso di ricerche petrolifere, anche la maggioranza in Consiglio Regionale ha sentito nelle ultime settimane il dovere di dire la sua e prendere posizione contro le trivelle e a favore dei comitati. Complici l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale della prossima primavera, quando i cittadini campani saranno chiamati alle urne per le Regionali, e la nomina ad assessore con delega agli Idrocarburi del sannita Vittorio Fucci, che ha dato voce finalmente alla Giunta regionale sul caso annunciando ricorso alla Corte Costituzionale contro il decreto 133/2014.
Così, mentre a Roma il Governo decideva di porre la fiducia sullo Sblocca Italia anche al Senato, a Napoli nel pomeriggio di ieri è andata in scena l’approvazione unanime da parte del Consiglio regionale di un ordine del giorno presentato dal presidente Pietro Foglia che impegna la Giunta Caldoro a «intraprendere ogni iniziativa utile nei confronti del Governo nazionale, finalizzata all’adozione di modifiche degli articoli 36, 37 e 38 del d.l. “Sblocca Italia” che liberalizzano le attività relative agli idrocarburi» assegnando al Governo nazionale la titolarità esclusiva in materia energetica che, ai sensi dell’art. 117 comma 3 della Costituzione è, invece, materia di legislazione concorrente. L’odg inoltre invita tutti i Consigli regionali «ad approvare nuove proposte di legge alle Camere preordinate a sancire il divieto della ricerca, della prospezione e della coltivazione di idrocarburi senza il preventivo assenso degli Enti locali e delle comunità interessate».
«Un piccolo passo di fronte a un grande problema, non si entra ancora nel merito della salvaguardia del territorio» – il commento a caldo del Coordinamento No Triv, che trova sponda nelle osservazioni del gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione Campania. I democratici presenteranno infatti richiesta di convocazione di un consiglio regionale monotematico finalizzato all’approvazione del Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR) e alla discussione di una mozione redatta dal PD irpino e dai comitati.
«Le ricerche petrolifere conquistano improvvisamente l’attenzione del Consiglio regionale, dopo gli appelli e le sollecitazioni che sono arrivati dal PD. Da tempo abbiamo chiesto chiarimenti sull’azione opaca condotta dalla Giunta Caldoro. Il presidente Foglia ha portato in aula un ordine del giorno, votato anche da tutti i consiglieri del PD, dove si manifesta la volontà di difendere il territorio campano e valorizzarne le eccellenze. Proposizioni condivisibili, ma assolutamente generiche, che rendono questo atto del tutto insufficiente» – scrive la consigliera regionale PD Giulia Abbate che continua: «Con una singolare interpretazione del regolamento consiliare Foglia ha impedito qualsiasi intervento in merito, che avrebbe migliorato il testo della maggioranza».
«Abbiamo inoltrato all’attenzione della giunta regionale – integra la collega Rosetta D’Amelio, cui è stata negata la possibilità di intervenire in aula – una mozione puntuale su tutta la vicenda petrolifera (redatta da esperti e comitati), a firma della sottoscritta, della consigliera sannita Giulia Abbate e del nostro capogruppo Lello Topo, e a nome di tutto il gruppo regionale del PD, che fungerà da ‘ordine del giorno’ di una futura assise consiliare regionale che sarà, in ottemperanza al regolamento statutario, monotematica. Avremo tutto il tempo per discutere su una questione così delicata che non può essere trattata con tanta sufficienza, senza ascoltare le parti in causa e senza dare la possibilità a chi – come me – segue da tempo la questione ed è al fianco dei comitati locali e delle comunità interessate al problema. Data la gravità del problema, dunque, il PD si riserva di discutere in un consiglio monotematico che adesso ci spetta per legge».
Basta operazioni di facciata e propagandistiche insomma, per i democratici e i comitati è giunta l’ora – anche alla luce delle vicende parlamentari – di azioni concrete che passano per l’utilizzo di “armi” già in possesso di Giunta e Consiglio, come il Piano Territoriale Regionale.