“La Regione non si pronuncerà perché siamo vicini alle elezioni e ci sono interessi grandi in ballo. Da un lato c’è il centrodestra che dovrà ripresentarsi agli elettori, dall’altra un Partito Democratico che a livello locale si dice contro il petrolio e a livello nazionale accentra con lo Sblocca Italia le decisioni in materia energetica. Siamo di fronte a un PD a due marce”. Roberto de Filippis del Coordinamento irpino No Triv, raggiunto al telefono da Linkabile, si dice preoccupato per l’articolo 38 del decreto Sblocca Italia che fissa al 31 dicembre 2014 il termine entro il quale l’assessorato regionale all’Ambiente dovrà pronunciarsi sulla Valutazione di Impatto Ambientale relativa al Progetto Nusco, cioè il permesso di ricerca di idrocarburi in Irpinia, dopodiché la decisione sarà di sola competenza ministeriale.
“La risoluzione approvata alcuni mesi fa in Parlamento a firma di alcuni parlamentari irpini e non del Partito Democratico, non ha alcuna valenza perché è il Governo a dare l’indirizzo politico e Renzi e il ministro Guidi hanno già detto di non essere intenzionati a fare passi indietro su cose approvate, nonostante la grande attività di informazione fatta dai cosiddetti “comitatini”. Stanno portando avanti politiche energetiche e progetti pensati già dai vari governi Berlusconi, ma non andati in porto. Ci sono 40 pareri contrari di altrettanti sindaci sui 45 interessati, ma la notizia rimbalza a livello locale senza riuscire ad arrivare su una dimensione nazionale. C’è in gioco il diritto all’autodeterminazione dei cittadini”.
De Filippis poi aggiunge: “E’ notizia recente che il Consiglio regionale lucano ha approvato una risoluzione che impegna Presidente e Giunta a chiedere la modifica dello Sblocca Italia ed eventualmente a impugnarlo per incostituzionalità davanti al Tar. Bisognerebbe fare lo stesso in Campania, anche se ad esempio si sa già che la Puglia non lo farà”.
Pronta la risposta del responsabile Ambiente del PD irpino, Mario Pagliaro: “Non c’è nessun PD a due marce o due facce, c’è un partito che ha vocazione di governo ed è normale che abbia tante anime. C’è un segretario e Premier che vuole lavorare su tutte le opzioni di sviluppo possibili e una segretaria provinciale che si è espressa in maniera netta sul petrolio, vincolando tutti i livelli dal consigliere comunale al parlamentare, al NO. La risoluzione congiunta delle commissioni parlamentari è un successo molto importante perché introduce la griglia di valutazione. Ed è inutile continuare a sollecitare una risposta dalla Regione perché noi li scavalcheremo politicamente a livello nazionale. Abbiamo elaborato un’analisi costi e benefici delle trivellazioni, abbiamo avanzato proposte, non ci siamo limitati a dire che cosa non vogliamo, ma anche cosa vogliamo fare. Siamo per un’idea di sviluppo reversibile e come confermato dalla consigliera Rosetta D’Amelio di recente, faremo battaglia non sui giornali, ma in direzione nazionale”.