La piazza del Sì attende a Roma sabato prossimo. Renzi ha scelto personalmente piazza del Popolo e il premier definisce oggi i dettagli del programma in un incontro in queste ore con Francesco Bonifazi, Alessia Rotta e Guerini. La piazza è «aperta della sette della mattina alla sera, chiunque arriva a Roma o chi sta a casa perché non può muoversi, chi si alza alle tre per partire da Torino o chi alle 5 per venire da Lecce, chi viene in treno o chi in pullman ci può mandare un video, parlare, spiegare le sue ragioni del Sì e raccontare il suo viaggio verso Piazza del Popolo, dove si vedrà proiettata sulla “lavagna». Ovvero tre mega schermi a led 10×6. Attraverso Facebook e Periscope sarà una sorta di streaming gigante sul film della manifestazione del Pd, i singoli diventano comunità anche visiva, uniti dall’essere in piazza per il Sì sabato prossimo. Una piazza che vuole essere una vera “Casa Comume” per una festa popolare. Dire che è tanto super attivo quanto entusiasta è dire poco, per Massimo Gramigni, organizzatore di eventi che dagli anni 70 ha animato la cultura fiorentina, da quando portò Patti Smith allo stadio di Firenze nel 1979 facendo conoscere dal vivo la poetessa del rock a migliaia di giovani. «Un mese fa, il 29 settembre, eravamo al Nelson Mandela Forum e Renzi mi ha detto: “Te ne occupi tu per favore? Dai, dammi una mano”». Ora questa manifestazione sarà «una festa, con una trama popolare, per far sentire l`orgoglio di essere del Pd, dei risultati di questi due anni e mezzo di governo», con lo slogan “Un’Italia più forte per una Europa più giusta”» che campeggerà sul palco col tetto trasparente che guarda il cielo dai teli cristal. Un grande ombrello di 20 metri per 12 aperto ai lati «e se piove forte si bagna il segretario come tutti gli iscritti». Democrazia orizzontale, anche se i bersaniani della minoranza forse non ci saranno, mentre Cuperlo ci sta pensando e dipende dagli sviluppi della trattativa sull’Italicum. «Nessuna star» sul palco, semmai appariranno in video «l’ho chiesto a tutti, a Morandi da Carloforte, a Baglioni da Centocelle», a Benigni. Chi crede al Sì batta un suono. Attorno al palco i gazebo per i parlamentari, i banchetti del Sì e dell’Unità, uno per i terremotati di Amatrice. Sul Pincio i Giovani Democratici con una bandiera di 100 metri e, alla fine, l’obelisco vestito di luce tricolore. Tra il Nazareno e le federazioni in tutta Italia si organizzano treni, alta velocità o slow, da Torino, Milano, Venezia e dal Sud, dalle isole si tenta con gli aerei. Tutto a prezzi scontati, «nessuna azienda mi ha chiesto compensi, solo le spese vive e il soggiorno», spiega Gramigni. «Conto di portare a Roma Matteo col treno che parte da Firenze Campo di Marte, quello di una volta..», confessa, ma ha un altro sogno: «Se trovo un cantante vorrei finire cantando con Renzi e tutta la piazza “L’anno che verrà” di Lucio Dalla».
Ma sabato comincia una vera e propria sfida delle piazze. Il comitato per il No di Gustavo Zagrebelsky, Alessandro Pace e Anna Falcone è impegnato in iniziative città per città. Tuttavia gli studenti per il No organizzano una mobilitazione di piazza in tutta Italia: a Roma sono 20 le piazze coinvolte da Centocelle a Cinecittà. Probabile un flash mob in piazza del Popolo, ovvero nella piazza del Sì.