“Il Pd resta il più grande partito di sinistra d’Europa, la più valida barriera contro destre e populismi”. E’ con orgoglio che uno dei suoi padri, Piero Fassino, ha presentato con il ministro Maurizio Martina, coordinatore Antonio Polito, alla Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera di Milano il suo ultimo libro “Pd davvero. Quale futuro per il partito democratico?”.
Un futuro che appare piuttosto complicato, come lo fu la sua gestazione e la sua nascita fondendo due anime – la cattolica progressista e la sinistra riformista – in un solo soggetto politico. Un parto che coincise con un anno particolarmente avverso, il 2007, inizio negli Usa della più grave recessione del dopoguerra causata dal turbocapitalismo che ancora semina danni nel cosiddetto “mondo occidentale”.
Fassino mette a confronto gli anni d’oro della sinistra con il presente incerto e il futuro ancora di più. “Allora riuscimmo – dice – a socializzare il mercato. Oggi il socialismo è in crisi dovunque – in Francia è al 6%, in Olanda al 5, ai minimi storici in Germania, in America ha vinto Trump – perché si sono rivelati vani i tentativi di Blair, di Clinton, di Hollande di fornire una guida democratica alla globalizzazione”. Il tema comune in tutto il mondo di oggi è una ideologia di liberalismo estremo dei mercati che sta creando ovunque lo stesso schema di ineguaglianze sociali. E non ci sarà una soluzione che non sia una soluzione comune, internazionale. Il problema è che non esiste un governo mondiale, un sindacato mondiale cui proporre una guida politica.
Sui problemi di casa nostra è intervenuto Martina – che Fassino ha definito uno dei suoi figli politici migliori assieme a Minniti, Pinotti, Orlando, Poletti, Finocchiaro tutti provenienti dal Pci – il quale ha addebitato alla sconfitta sul referendum di dicembre l’impasse attuale della nostra politica.
E sulla legge elettorale qual è il parere del politico-scrittore? “Un passo avanti”. In tutta Europa si sta passando dal bipartitismo, alternanza al potere dell’uno e dell’altro, al bipolarismo. E’ inevitabile che questo succeda anche in Italia dove si confrontano molte culture: liberale, cattolica, socialista, ambientalista. Qualunque sia il risultato elettorale, comunque, “senza di noi il centrosinistra non si fa anche da soli non riusciremo a farlo”. Porte aperte a chi ci sta, anche se sono gli scissionisti per i quali, secondo Fassino, non c’è futuro. Una scissione che ha costi pesanti perché ha indebolito il Pd a favore della destra e dei Cinquestelle. I vantaggi? Nulli. Di fronte a una opinione pubblica che ha perso fiducia nei partiti, si spera forse che la nascita di uno nuovo generi entusiasmo?
Incalzati dalle domande di Polito: “Il Pd mantiene l’impianto valoriale di sinistra, rivendico tutte le scelte fatte in un’ottica progressista” ha risposto Martina. Fassino, che è stato inviato speciale in Birmania per conto dell’Unione Europea, ha spiegato la difficile situazione nella quale è costretta ad operare la premier Aung San Suu Kyi nel dramma della minoranza Rohingya invisa alla stragrande maggioranza della popolazione e oggetto dei pesanti attacchi dei militari che ancora oggi condividono il potere nel Paese.
Achille Colombo Clerici