Superbonus del 110%, Quota 100 e la governance del Piano. Sono questi alcuni dei nodi più rilevanti che avrebbero portato a un nuovo rinvio del Consiglio dei ministri sul Piano nazionale di ripresa e resilienza che il governo deve consegnare in Europa entro il 30 aprile e su cui lunedì sono attese in Parlamento le comunicazioni del premier.
All’ordine del giorno della seduta c’è l’informativa del ministro dell’Economia Daniele Franco. Al momento però il confronto tra i partiti della maggioranza è ancora in corso e non ci sono indicazioni di un nuovo orario per il Cdm. Da Palazzo Chigi fanno trapelare che “il ritardo sarebbe dovuto a un lavoro di rifinitura “complesso”: sono in corso “aggiustamenti su alcune voci” e un lavoro di revisione sulla coerenza delle varie parti del testo.
I RETROSCENA. I Cinque Stelle non hanno digerito la mancata proroga del Superbonus al 2023 per cui non sono state stanziate risorse aggiuntive su cui anche Fi e Pd spingono. Da parte sua la Lega sta chiedendo che venga rivisto quel passaggio su Quota 100, secondo cui la misura andrà alla sua naturale scadenza “a fine anno e sarà sostituita da misure mirate a categorie con mansioni logoranti”. Per quanto riguarda la governance, in particolare il M5s sollecita un minore accentramento rispetto al modello che prevede la gestione del Mef con la superivisione di Palazzo Chigi.
M5S: SUPERBONUS SIA PROROGATO AL 2023. Sul Superbonus è intervenuto anche l’ex premier Giuseppe Conte. “La transizione ecologica è una priorità sia per me sia per il Movimento 5 Stelle – ha osservato -. E’ un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest’ottica, il Superbonus 110% è una misura fondamentale. La presenza del Superbonus nel Pnrr è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura. La misura va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari”, anche da Draghi. I pentastellati promettono battaglia sull’argomento: senza garanzie “sarà difficile dire sì al Pnrr”, hanno affermato i senatori in una nota.
La delegazione del governo M5s composta dai ministri Stefano Patuanelli, Luigi Di Maio, Federico D’Incà, Fabiana Dadone ha poi precisato: “Dopo settimane di lavoro, siamo contenti di constatare che nel Pnrr ci siano oltre 10 miliardi di euro per il Superbonus. Inoltre nel fondo investimenti ci sono altri 8 miliardi di euro. La delegazione del Movimento 5 Stelle in Cdm chiederà garanzie nero su bianco affinché nei prossimi provvedimenti economici venga prorogato al 2023”.
SUPERBONUS, GELMINI: GARANZIE SU FONDI IN MANOVRA. Anche per Forza Italia il Superbonus è un nodo importante da sciogliere. Il ministro per le Autonomie, Maria Stella Gelmini, ha per questo motivo sentito il ministro dell’Economia Daniele Franco, chiedendo, a nome di tutto Fi, chiarimenti in materia e garanzie. I circa 18,5 miliardi stanziati dal Pnrr finanzierebbero, infatti, il 110% solo fino a fine 2022. Dall’altro canto il ministro dell’Economia, nell’ambito della discussione sul Recovery Fund, ha dato garanzia che per il 2023 le risorse saranno indicate dalla prossima legge di bilancio.
IL PD PUNTA ALLE QUOTE SU DONNE E GIOVANI. Il Pd, da parte sua, punta a inserire nel testo del Pnrr un passaggio che metta nero su bianco che ciascun progetto del Recovery abbia una quota obbligatoria per donne e giovani con l’obiettivo di cambiare il mondo del lavoro in chiave inclusiva. E poiché’ il 40% delle risorse del Pnrr sono destinate al Sud, questo avrebbe un effettivo impatto anche sul terzo obiettivo trasversale del piano, le diseguaglianze territoriali. E’ quanto spiegano fonti del Nazareno. Intervenendo alla videoconferenza organizzata dall’Associazione “Una città con te”, il segretario dem Enrico Letta ha sottolineato che “uno degli impegni che ci stiamo prendendo in questo passaggio finale del Pnrr sarà quello di inserire nel piano una clausola di condizionalità a favore dell’occupazione giovanile e femminile”. In sostanza, spiegano al Nazareno, quello che si vuole ottenere è che “tutti i soggetti che parteciperanno ai bandi di finanziamento per tutti i progetti e per tutti i circa 200 miliardi del piano dovranno dimostrare di aver assunto donne e giovani in una percentuale stabilita” che verrà definita con un “successivo provvedimento attuativo. Questo significherebbe in sei anni poter cambiare letteralmente il mercato del lavoro con un impatto fortissimo soprattutto al Sud dove l’esclusione di donne e giovani è più drammatico”.
ABI: PROROGARE SUPERBONUS FINO AL 2023. Anche l’Associazione bancaria italiana ha chiesto alle autorità italiane di mantenere le misure sul potenziamento al 110% del Superbonus per l’edilizia tra le misure del Recovery Plan. E il presidente Antonio Patuanelli ha scritto in una nota: “La certezza del diritto e la stabilità, almeno fino al 2023, delle misure messe in campo sono fondamentali per sviluppare adeguati programmi di investimento in questa materia, intrinsecamente complessa”.
Tutti i nodi, però, fanno notare fonti dell’esecutivo, potrebbero non essere sciolti adesso dato che il testo del Pnrr tornerà in Consiglio dei ministri prima dell’invio a Bruxelles e dal dibattito in Parlamento potrebbero emergere, spiegano, “novità rilevanti” per le ultime modifiche al documento.
Tgcom 24