Si continua a parlare di giustizia a due velocità, della scena che riguarda la politica estera, delle prossime elezioni, del senso perturbante della democrazia, con l’Onorevole Gennaro Migliore, Sottosegretario alla Giustizia, intervistato da Samuele Ciambriello, su Julie Italia , canale 19 nel corso della puntata speciale “Politica a raggi X”. L’Onorevole ha risposto, inseguendo, un monito che è quello di un’Europa che non si sente forse più tale, che appare impaurita dalle vicissitudini che attanagliano il momento che viviamo, dell’integrazione sociale che manca , dello spaesamento politico di fronte alla mancanza di una ricetta che possa risollevare il destino di un paese che sembra immobile, statico mentre tutto il resto si muove, o per lo meno, tenta di innescare un dinamismo.
Una prima lettura che Lei ci può fare dei risultati in Francia dove vince questo giovane centrista, radicale e cattolico, che ha fondato un movimento da un anno, un movimento politico.
“Si direi che la prima osservazione e che gli riesce di affermarsi senza esitazione, ha portato avanti un programma e anche un’idea del paese e dell’Europa molto netta e molto chiara. Macron vince facendosi accompagnare dalla bandiera europea, proprio nel momento più difficile per questa nostra unione e che aveva gonfiato le vele del nazionalismo di Le Pen. E’ una competizione molto chiara da una parte c’è l’Europa che vuole costruire un’integrazione, un progetto comune e dell’altra c’è il Nazionalismo che si chiude, che vuole alzare muri, che vuole costruire un’esclusione sociale, soffiando tra l’altro sul fuoco della paura. Per me è molto importante ricordarlo: nella città di Parigi che a seguito del tremendo attentato, la Le Pen è arrivata ultima con il 5% a fronte del 22% che ha preso a livello nazionale e ha trovato terreno fertile nelle zone più periferiche ed emarginate del paese, il che pone un problema a tutta la sinistra di dover recuperare un rapporto con queste persone. Anche perché storicamente, abbiamo riconosciuto lo spostamento di masse popolari verso la destra e talvolta anche verso i fascismi che hanno determinato delle crisi democratiche profonde“.
Nel 2016, lo stato italiano ha dato 40 milioni per ingiuste detenzioni e dal 1992 ad oggi quasi ventiseimila persone sono state riconosciute innocenti, senza aver fatto nemmeno il processo di primo grado, soffrendo di queste storture. Che bisogna fare per evitare questa carcerazione preventiva, che è un po’ uno strumento nelle mani dei magistrati, e come riportare la responsabilità.
“Questo momento storico si trova in una condizione nella quale noi dobbiamo fare i conti con una riforma complessiva del sistema della giustizia, a partire dalla sua maggiore efficienza. Ma non è soltanto una questione di meriti, è anche una questione di maggiore responsabilità e di equilibrio di strumenti che sono molto delicati. Va riportata al centro la fase del processo rispetto a quella delle indagini, vanno privilegiati gli elementi che garantiscono la certezza del processo e della pena. Bisogna lavorare affinché questa responsabilità non sia solo un elemento un po’ così da sventolare, ma che diventi un obiettivo di tutti i livelli, in particolare, con gli inquirenti e che coinvolga un’ampia riflessione all’interno del mondo della magistratura, a partire dalla preservazione del suo ruolo e funzione autonoma”.
Domenica prossima, 30 aprile, ci sono le primarie del PD. Lei sostiene, apertamente, Renzi perché gli iscritti, i simpatizzanti, i votanti, dovrebbero andare a votare alle primarie?
“Perché abbiamo bisogno di un partito unito intorno ad una leadership forte, in modo, da poter costruire anche nel prossimo futuro un’interlocuzione sia con le altre formazioni politiche, a livello italiano, sia avere una leadership che sperando nella vittoria di Macron, si ponga il problema di una radicale forma dell’unione europea“.
Perché dovremmo votare Renzi ?
” Perché non si può accettare un’idea compromissoria dell’Europa e dall’altro lato non possiamo più aggrapparci a ricette che sono, ormai, definitivamente fallite. L’impianto social democratico, che è quello che non esiste più in Grecia, è stato falciato in Olanda, messo in ginocchio in Francia nelle ultime elezioni, per non parlare della Spagna e del prossimo futuro nel Regno Unito, non può non essere il modello di riferimento. C’è una frase di Papa Francesco che mi ha molto colpito, che recita così :” Non siamo in un’epoca di cambiamento, ma in un cambiamento epocale”, nei cambiamenti d’epoca bisogna fare i conti con la realtà e non piegare la realtà ai propri conti”.
L’intervista è visibile su canale 19 di Julie Italia, alle ore 18:55.