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POVERA EUROPA:E’ IN ARRIVO L’AGGRESSIVITA’ XENOFOBA DELLE DESTRE RADICALI. LA SINISTRA RIPENSI AI SUOI MODELLI SOCIALI.

Nel disordine mondiale odierno ( disordine in senso profondamente politico, cioe’ assenza della contrapposizione, durissima ma stabilizzante , Usa Urss ) sembra essere arrivato il momento per una crisi tedesca. Inutile girarci attorno, puo’ sembrare un paradosso, ma se passa la demonizzazione della politica di asilo di Angela Merkel e se anche la Germania diventa terreno di facile conquista per l’aggressivita’ xenofoba delle destre radicali ( comunque si camuffino e si chiamino ) l’Europa e’ perduta. La strage al mercatino di Berlino , con le elezioni non lontane, serve su un piatto d’argento l’assist alle forze che cavalcano le reazioni popolari fobiche nei confronti di migranti e stranieri. Intendiamoci, il nodo esiste, come grande questione di questa epoca globale. E in assenza di un serio “ordine mondiale” stenta ad essere governato , insieme, con umanita’ e con ferma saggezza. Ma su un grande problema, figlio di un passaggio d’epoca inedito e complicato, passa una rivolta di massa che dopo aver dato le avvisaglie qui e la’, dalla Francia alla Gran Bretagna, ha cambiato l’identita’ e forse il futuro dell’America e del mondo. La rivolta che e’ in atto, sappiamo, incrocia in forma non secondaria la condizione sociale diffusa, la crisi che investe classi deboli e ceti intermedi, le prospettive di tanti giovani e ragazze. Sarebbe pero’ cieco tacere che la questione migranti ( e che a torto o a ragione fa cortocircuito col terrorismo ) e’ il binario centrale su cui viaggia questo umore inquietante.E ora purtroppo arriva al pettine il nodo europeo. Il volto invecchiato e segnato della cancelliera tedesca simboleggia questo passaggio davvero difficile. Ma se crolla il bastione tedesco ( pur con tutte le sue contraddizioni e la sua perniciosa ideologia dell’austerita’) temo non si apriranno all’Europa e al mondo prospettive invitanti. Sia pure su piani e con problemi diversi , quelle di Germania e Italia degli anni ’20 sono similitudini purtroppo realistiche e inquietanti. Se la politica diventa rigidita’e intolleranza e il pensiero politico si polarizza scompare ogni spazio politico e, nella illusoria convinzione di star così “facendo politica” , prevale la depoliticizzazione di massa. Con quale vantaggio per grandi poteri di economia e finanza, tutto sommato poco turbati dal ciclone che e’ in atto, e’ facile immaginare. L’Europa forse non ha piu’ tempo per provare a cambiare segno e registrò alla politica economica e sociale. E la crisi profonda delle sue culture politiche classiche rende piu’ grave il momento. Senza quelle culture, in primis quella di una sinistra che ripensi i modelli produttivi e sociali nel quadro di politiche solidali e inclusive, i conflitti cui rischiamo di assistere nelle metropoli europee si coloreranno sempre piu’ di uno scontro sociale tra deboli e a tratti perfino tra nazionalita’ ed etnie differenti. Sarebbe davvero la fine del sogno democratico europeo e forse, a quel punto, l’albeggiare di un nuovo possibile ma terribile ordine mondiale.

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