Alla fine ce l’hanno fatta a laurearsi, ma non potranno mai saperlo. Le prime studentesse di Medicina britanniche del Regno Unito hanno conseguito il titolo 150 anni dopo aver frequentato l’Università di Edimburgo. Le chiamavano le «Edinburgh Seven»: furono tra le prime donne ad essere ammesse ad un’università in Gran Bretagna. Volevano diventare medici, e cominciarono a frequentare i corsi universitari nel 1869.
Ma una forte pressione da parte dei loro coetanei maschi ha impedito alle sette studentesse, Mary Anderson, Emily Bovell, Matilda Chaplin, Helen Evans, Sophia Jex-Blake, Edith Pechey e Isabel Thorne, di laurearsi e diventare dottoresse.
Sophia Jex-Blake aveva coraggiosamente presentato una petizione, per affermare il diritto delle donne a frequentare le lezioni di Medicina. Il suo appello (purché l’accesso fosse limitato a Ostetricia o Ginecologia) venne sostenuto e, almeno sulla carta, venne permessa alle donne l’iscrizione all’università. Ma i membri della facoltà e gli studenti, all’epoca tutti maschi, decisero che uomini e donne dovessero frequentare le lezioni separatamente. Un’operazione che sarebbe stata troppo costosa: la decisione di ammettere le donne fu annullata.
La redazione dello Scotsman, però, pubblicò tutta la vicenda sul giornale, incoraggiando le donne a presentare domanda: presto si formò una classe di sette aspiranti studentesse. Che dovettero affrontare ostacoli incredibili. Le loro tasse, per esempio, erano più alte rispetto a quelle per gli uomini e la loro classe era valutata in modo diverso.
Anche gli studenti maschi le discriminavano apertamente, chiudendo loro le porte in faccia e comportandosi in modo aggressivo. Una volta, prima di un esame, gli uomini cercarono di impedire alle compagne di entrare nella stanza in cui dovevano essere valutate, colpendole con fango e oggetti. Spinsero addirittura una pecora viva nell’aula, mentre le studentesse stavano sostenendo l’esame.
«Siamo lieti di poter conferire i meritatissimi titoli di studio a questo incredibile gruppo di donne», ha dichiarato Peter Mathieson, preside e vicecancelliere dell’Università di Edimburgo. «La segregazione e la discriminazione che le “Edinburgh Seven” hanno dovuto affrontare dovrebbero ormai appartenere alla storia, ma esistono ancora delle barriere che dissuadono troppe giovani di talento a ultimare l’università. Dobbiamo imparare da queste donne e cercare di ampliare l’accesso a tutti coloro che hanno il potenziale per avere successo».
Gli attestati di laurea postumi sono stati consegnati a sette studentesse iscritte alla facoltà di Medicina di Edimburgo.