“Carcere e affettività sono due parole inconciliabili. Perché se c’è qualcosa che lega la libertà, la confidenza, le relazioni, i sentimenti questo è proprio il carcere. Il carcere è criminogeno è una risposta semplice della politica a problemi complessi.” Così Samuele Ciambriello, Garante delle persone sottoposte a misura restrittiva ha denunciato la normativa penitenziaria in materia di Habitat e lo stato attuale in Campania.
In vari Paesi europei quali ad esempio Francia, Svezia, Croazia, l’Austria, la Danimarca, l’Olanda, la Novegia, il Belgio, la Svizzera i detenuti hanno possibilità di incontrare familiari in spazi adeguati e senza il controllo visivo e auditivo, è una prassi consolidata da anni. E non solo, se volessimo analizzare la Spagna? Si è autorizzati a fare 5 telefonate alla settimana, senza limiti di tempo ad un massimo di 10 numeri telefonici preventivamente autorizzati. E in Italia?
Bene, in Italia tutto questo non è concesso. La disciplina dettata dagli Art. 18 o.p. e 37 reg. es. in merito allo svolgimento dei colloqui in carcere dispone invece che essi avvengano sotto il costante controllo visivo del personale di custodia ed in appositi locali o aree all’aperto facenti parte della struttura penitenziaria. Tale situazione ha creato, capirete bene, una crisi del sistema relazionale dei detenuti, provocando un allontanamento dai propri affetti che ha finito col determinare dei cambiamenti nei soggetti ristretti.
Il Garante Regionale delle persone private della Libertà Personale, Samuele Ciambriello ha presentato oggi, presso la sala Caduti di Nassirya del Consiglio Regionale della Campania la pubblicazione Quaderni di Ricerca – Habitat e affettività elaborata con la collaborazione dell’Osservatorio Regionale sulla vita detentiva.
Adottando un approccio multidisciplinare in grado di affrontare il tema di “Habitat e affettività” in tutti gli aspetti. Durante la presentazione del Garante Ciambriello hanno partecipato al dibattito il Presidente del Consiglio Regionale, On. Gennaro Oliviero, Garante dei detenuti di Napoli, Pietro Ioia, la Dott.ssa Anna Malinconico, l’Avvocato Riccardo Polidoro e la Dott.ssa Claudia Felline.
“Abbiamo deciso di dedicare questo secondo numero di “Quaderni di ricerca” ad un tema quale l’habitat e l’affettività in carcere quasi a voler reagire ad un clima opaco e, a tratti invelenito, generato dai fatti di Santa Maria Capua Vetere. Forse la nostra è stata una scelta quasi inconscia, dettata dall’esigenza di stemperare un’atmosfera piena di polemiche e asperità che rischia di far scomparire dal dibattito sul carcere quanto di buono è stato fatto finora” ha dichiarato il Garante Ciambriello durante la presentazione. Ha poi aggiunto “Oggi, posso annunciare un po’ a malincuore un po’ con gioia che finalmente dopo quattro anni il Ministro delle infrastrutture Delrio aveva destinato 12 milioni di euro per ristrutturare e riqualificare il carcere di Poggioreale, il 19 di Luglio è stata completata la gara. A Settembre, quindi, partiranno i lavori nel primo padiglione di Poggioreale” .
Non è mancato il contributo del Presidente del Consiglio Regionale, On. Gennaro Oliviero. “Grazie all’impeccabile lavoro di Samuele e la collaborazione con il Consiglio ci permette di avere un focus e un’apertura sugli ambienti carcerari. Il sovraffollamento da un lato e la difficoltà di garantire l’affettività e un rapporto costante con la famiglia credo sia un diritto per le persone detenute e bisogna fare in modo che queste relazioni ci siano.– Oliviero ha aggiunto- Dobbiamo ricordare che in carcere non c’è una belva ma una persona che sbagliato e deve scontare la pena ma la certezza della pena passa sempre attraverso la certezza dei suoi diritti. ”
Potremmo dire una mole di questioni già più volte sollevate nel corso degli ultimi anni, che ha generato diverse discussioni e convegni, producendo disegni di legge mai approvati. Sebbene oggi il carcere sia ormai una realtà consolidata, ricostruire la sua storia non è cosa semplice.