Con una conferenza stampa convocata ad horas i candidati alle primarie del PD Enzo Battarra, Andrea Boccagna ed Enrico Tresca, hanno incontrato i giornalisti nella mattinanta di domenica. Insolita la procedura, insolita la giornata, ma il tema era particolarmente scottante. E così la sala dell’hotel Royal Caserta (ex Jolly) si è gremita di rappresentanti della stampa, ma anche di esponenti politici non solo del Partito Democratico ma anche di altre formazioni.
I tre candidati hanno chiarito subito i motivi di tanta urgenza. Battarra, Boccagna e Tresca hanno deciso di non partecipare più a queste primarie che si stanno del tutto snaturando. Gli errori di impostazione della segretaria cittadina e l’interpretazione tutta personale del quarto candidato alle primarie stanno comportando un inquinamento della consultazione nei temi politici e nel reclutamento dei supporter.
Agli interventi dei tre hanno fatto seguito le parole della senatrice Rosaria Capacchione “Il Partito in tutti i suoi livelli superiori deve intervenire e rimettere il PD casertano nel suo giusto percorso”. Di seguito il documento inviato rispettivamente al segretario nazionale del Pd Renzi, al presidente nazionale Pd Orfini, alla segretaria regionale Tartaglione, alla segretaria cittadina Napoletano, al presidente della Commissione Primarie De Michele.
“Nell’’approssimarsi della scadenza delle primarie di Caserta dobbiamo con rammarico considerare che gli sforzi finora fatti per rendere il Partito Democratico e la sua proposta alternativi al centrodestra sono infruttuosi. C’è un interesse spasmodico che esponenti di rilievo della ultima disastrosa amministrazione Del Gaudio, esauritasi con il contributo determinante del gruppo consiliare del PD, manifestano nei nostri confronti. C’è inoltre una evidente e crescente presenza di politici dello stesso centrodestra anche nel campo di altre formazioni, che pure affermano di riconoscersi nel centrosinistra. Quello stesso centrodestra con quegli esponenti ha rappresentato la pagina più nera della storia cittadina, un blocco che ha condizionato e affossato negli ultimi quindici anni la città e le sue possibilità di cambiamento e di crescita.
Ormai da oltre un anno una linea di frattura attraversa il corpo del Partito provinciale tra chi intende fare accordi e transazioni con gli ex di Forza Italia come ad esempio nella vicenda ASI, ripetuta al Consorzio Idrico e in molte esperienze amministrative e chi tiene ferma la linea della legalità e dell’alternativa a quel mondo.
Attualmente Caserta ha un’azienda ospedaliera sciolta per infiltrazioni camorristiche, indagini dello stesso tenore pendenti su vertici ASL e comunali, il comune in dissesto finanziario e commissariato.
E’ percepibile in città la stanchezza e il disgusto della cittadinanza per una politica trasformista e utile solo a garantire il personale che la attua da ormai quattro lustri, con l’unico obiettivo di garantire la propria permanenza al potere, con segni di evidente disaffezione che minano l’esercizio della partecipazione democratica alla vita pubblica.
Nei mesi scorsi avevamo sperato che il clima fosse cambiato, che realmente il PD potesse rappresentare il corpo unito contro il sistema che ha infiltrato e malversato la pubblica amministrazione locale, l’ASL e l’Azienda Ospedaliera. Speravamo in una campagna elettorale che tenesse fuori quel sistema. Le notizie di stampa, gli intenti programmatici, la presenza ai tavoli di personale di primo piano dell’ultima giunta di centrodestra, le dichiarazioni di sostegno di esponenti di rilievo del centrodestra provinciale ed i comportamenti pubblici di questa breve campagna elettorale segnalano purtroppo il tentativo di utilizzare il PD come veicolo.
Noi avevamo inteso le primarie come la festa democratica, celebrata tra personalità di rilievo, disponibili a costruire un progetto alternativo al centrodestra, in competizione tra loro ma omogenee rispetto al rifiuto delle logiche del passato e decise comunque a cambiare pagina per garantire una alternativa a Caserta. Invece il Partito, inconsapevolmente o meno, rischia di essere divorato dall’affacciarsi interessato di soggetti da noi distinti e distanti, attratti dalla possibilità di continuare a fare quello che hanno fatto finora, e le primarie sono il terreno dove questo accadrà. E a quel punto non ci sarà più agibilità per una proposta di cambiamento, di costruzione di una nuova stagione di discontinuità e progresso.
Per questi motivi ci siamo convinti che queste Primarie non possono essere celebrate. Per rendere ciò possibile, annunciamo di sospendere la nostra disponibilità, chiediamo alla Segretaria cittadina di convocare ad horas l’assemblea cittadina, al Presidente della Commissione per le Primarie di sospendere i lavori. Agli esponenti nazionali in indirizzo ed alla senatrice della città rivolgiamo l’appello ad operare per mettere in salvaguardia la città e il PD”.