L’indulto varato nel 2006 ha determinato la riduzione della pena da sette a quattro anni di reclusione e la recente sentenza della Corte Costituzionale ha stabilito che chi deve scontare una pena fino a 4 anni, anche residua, ha diritto alla sospensione allo scopo di chiedere la misura alternativa al carcere dell’affidamento ai servizi sociali. E’ quanto in sintesi sottolineano in una nota Luigi Riello e Antonio Gialanella, rispettivamente procuratore generale e avvocato generale della Repubblica di Napoli, per spiegare i motivi alla base delle scarcerazione dei tre fratelli Pellini, condannati con sentenza definitiva per disastro ambientale. La loro remissione in libertà ha suscitato l’intervento ieri del Vescovo di Acerra, che si è detto sconcertato e indignato, e degli attivisti della Terra dei Fuochi che stamattina hanno organizzato un sit-in di protesta davanti al Palazzo di Giustizia, al Centro direzionale di Napoli.
ANSA