Continua la stagione 2017/2018 del Teatro Civico 14 con CAIPIRINHA, CAIPIRINHA! per la regia e la drammaturgia Sara Sole Notarbartolo, con Andrea de Goyzueta, Giovanni Granatina e Fabio Rossi. Siamo in un bar a Rocca Paduli, un non meglio precisato piccolissimo paese del sud Italia. Bob, Walter e Vincenzo sono tre amici dalla nascita, dalla scuola, dal loro amore per una stessa donna, Wilma, e dalla gabbia della vita di provincia. Gli eccessi d’ira di Vincenzo, il coma mistico in cui cade Bob a 10 anni, l’inferno della precarietà della vita di Walter, vengono svolti in un racconto in cui il tempo “non trascorre, resta incantato” e che quindi può essere riavvolto ed esplorato un’infinità di volte. Bob, Walter e Vincenzo ci portano a ricostruire una storia che cambia di continuo, a scoprire una ferita che fa troppo male, così male da non poter essere detta. Ma il vero protagonista è il tempo: in un futuro che non contiene speranza perché già è scritto, tutto trascorre infinitamente, ma non passa.
Note di regia
Temo malinconicamente che la scrittura nasca sempre da una forma di malattia. Da un nocciolo doloroso. Il mio nocciolo doloroso, la mia punta di impazzimento degli ultimi anni riguarda le conseguenze del non detto. Come tanti grandi depressi vivo l’esilarante maledizione di riuscire a esprimere le cose che fanno male solo in modo molto molto divertente. E così, aiutata e anche guidata dalle estenuanti improvvisazioni dei tre attori che sono sulla scena ho messo davanti ai miei, e ai vostri, occhi, una cosa indicibile, teneramente indicibile, assolutamente indicibile: il tradimento per amore di qualcuno che si ama. La chiave non è nel fatto che Wilma sia una donna libera o una zoccola, né se Bob e Walter e Vincenzo siano realmente amici, né se i loro tentativi di dirsi la verità siano sinceri, né se la verità sia meglio saperla o lasciarla occultata. La chiave, semplicemente, non c’è. C’è solo la porta. E la porta è quella di un bar.