Nel territorio campano sono tanti i quartieri provinciali che versano in una situazione di totale degrado, troppo spesso scenari di episodi di criminalità, dimenticati dalle istituzioni e gestiti dalla malavita. È in questo scenario di dissesto che nascono associazioni create da volontari che operano sul territorio per offrire alle persone che lo vivono una vita migliore.
È questo il caso dell’Onlus Figli in famiglia, nata nei primi anni Ottanta nel territorio di San Giovanni dall’idea dei tre fondatori, Carmela Manco la Presidente, Giovanni Galano il Vicepresidente e Don Gaetano Romano socio fondatore. Negli ultimi anni con il progetto Oasi, Figli in famiglia è cresciuta ancora di più, trasformando uno spazio abbandonato in un centro polifunzionale dove svolgere innumerevoli attività rivolte principalmente a bambini e ragazzi dei quartieri di Barra, San Giovanni e Ponticelli. «All’interno del progetto Oasi – spiega la Presidente, noi abbiamo raggruppato tutto quello che è la necessità del territorio, l’idea è di far capire alle persone che si può vivere in modo diverso, la nostra è un’associazione che accoglie le persone disagiate economicamente ma soprattutto culturalmente, la nostra vuole essere un’oasi, uno spazio dove accogliere, scoprire nuove risorse”. I cofondatori con l’aiuto di numerosi volontari hanno creato una rete di progetti ludico-culturali per seguire i bambini fin dalla tenera età, come, infatti, ha detto Carmela Manco: “Noi cominciamo con bambini piccoli per insegnarli tutto e accompagnarli nella crescita».
Tante sono le attività svolte in questo spazio, ad esempio si trova una mensa dove di giorno si pranza con i bambini e i ragazzi della zona e di sera, diventa un ristorante a basso costo, i cui ricavati sono utilizzati come fondi per l’associazione.
Il progetto Aquilone, invece, consiste nell’accompagnamento alla scuola dell’obbligo, i bambini dai sei anni in poi sono seguiti a trecentosessanta gradi, i volontari li accompagnano a scuola e il pomeriggio li attendono in associazione per il dopo scuola e le diverse attività di laboratorio. «Un laboratorio interessante è quello di giornalismo, attraverso la creazione di un giornalino, riusciamo a insegnare ai ragazzi a scrivere in italiano, partecipano tutti con molto entusiasmo, non sarebbe lo stesso con un laboratorio di grammatica», ha raccontato la Presidente. Poi c’è la scuola d’arte napoletana, che vuole riscoprire antiche tradizioni, da quelle culinarie a quelle teatrali, usando la cultura così, come chiave per rivalutare un territorio da troppo tempo abbandonato. Un’altra iniziativa, avviata da qualche anno, è il wedding planner solidale, nata sia con l’intento di cercare fondi sia per aiutare le persone a organizzare la cerimonia del loro matrimonio, dalle partecipazioni e le bomboniere, alla festa e la creazione degli abiti, in un modo molto più economico rispetto ai canonici standard. D’estate con il progetto Scuola aperta, si organizzano tutti i giorni attività ricreative, gite al mare o in montagna e spettacoli teatrali: «Il progetto Scuola aperta è un modo per tenere i ragazzi lontani dai guai nel periodo di chiusura scolastica», ha spiegato Carmela. La presidente ha raccontato come nel corso degli anni si siano avvalsi dell’aiuto di molti benefattori, che con donazioni in denaro, in cibo o in strumenti musicali, hanno aiutato Figli in Famiglia a continuare il loro lavoro senza mai interrompersi.
E sono tanti anche i volontari che collaborano con amore e passione, come l’educatrice Luisa Principe, che ha detto: «Io sto qui con i bambini da ormai dieci anni, mi occupo del doposcuola e lo faccio con passione perché credo, che i bambini vadano istruiti, il mio come quello degli altri qui, è un lavoro senza orario, può capitare che qualche ragazzo ti chiami in tarda notte perché vuole un consiglio o un aiuto e non ci si può tirare indietro». La sensazione è che non basti un singolo articolo per raccontare tutto quello che di buono fa, da ormai, oltre trent’anni, questa grande famiglia, l’augurio, come ha detto Giovanni Galano, il vicepresidente, è: «Che quest’associazione possa diventare un pilastro per le generazioni future, che continueranno così la nostra opera».