IL MIRACOLO DELLA VITA CHE PERPETUA LA VITA
“Meglio sarebbe non esser mai nati”, scrisse una volta Emil Cioran, alludendo alla miseria della condizione umana ed all’infelicità della sorte toccata all’uomo. E pensare che un tempo le nascite non potevano essere stroncate, se non in maniera onirica ed utopica. “Aborto”, questo il termine coniato per indicare il rifiuto di una nuova vita, la scintilla di eternità che perpetua,divenuto legale soltanto nel 1978, grazie alla legge n.194.
STORIA DELL’ABORTO
Le gravidanze indesiderate hanno valore ancestrale, e da tempo immemore rappresentano una zavorra sui cuori delle donne, troppe volte incapaci di affrontare una gestazione da sole oppure in mancanza della persona amata. La legalità dell’aborto ha impiegato anni a divenire effettiva, eppure in alcuni Paesi, purtroppo, ciò non è ancora accaduto oppure è mutato. Basti pensare alla Polonia, in cui l’aborto è permesso soltanto per gravidanze causate da stupro, incesto e pericolo di vita per la futura mamma.
Sull’isola di Malta è tassativamente vietato praticare l’aborto, mentre in Cipro l’aborto è concesso esclusivamente in caso di pericolo di vita per la donna o in caso di stupro.
LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE FRANCESE MACRON
Rientra nella Carta dei diritti fondamentali in Europa “La tutela dell’ambiente”, “La tutela del patrimonio artistico e culturale”, eppure non il riconoscimento dell’aborto. Emmanuelle Macron ha parlato durante un dibattito plenario al Parlamento europeo, affermando quanto sia importante legalizzare una pratica per la quale le donne hanno lottato strenuamente, per anni, e quanto bisognerebbe accettare il fatto che un figlio non deve per forza accolto.
UN PROBLEMA SOCIALE
Non è soltanto una questione di natura sociale, ma una tematica molto più articolata e complessa. L’aborto è un problema che andrebbe sradicato alla radice, un retaggio culturale che spesso trova la complicità della Chiesa e di tutti coloro che, alla luce di dogmi cattolici e ortodossie rigorose, non ammettono che una vita venga stroncata ancor prima di prender forma.
Bisognerebbe iniziare a scardinare preconcetti, schemi, paure, affidando alla donna la piena libertà di scelta: portare in grembo un figlio non equivale ad un obbligo, non esiste alcun onere, nessun dovere da assolvere, e se una donna è troppo giovane o impreparata ad accogliere una nuova vita ha tutto il diritto di decidere di interrompere la gravidanza. Finché non si porteranno a cadere le barriere del pensiero di massa e del collettivismo esasperante, non vi sarà alcun progresso. Fino ad allora, un figlio, non sarà mai una fiammella di eternità.