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Questione Bagnoli, tra polemiche e concretezze

di Sveva Scalvenzi

Le disposizioni del decreto Sblocca Italia, riguardanti la questione Bagnoli, hanno creato non poche polemiche. Gli ordini del Governo, infatti, prevedono che per la riqualifica dell’intera area sia nominato un commissario e un soggetto attuatore. Di fatto questa direttiva vede il Comune e quindi il Sindaco in una posizione di secondo piano in tutto quello che sarà materia decisionale. Mentre, invece, le competenze saranno ripartite tra Stato e Regione. Ed è questo il motivo per il quale Luigi De Magistris è totalmente contrario all’attuazione di questo decreto, a tal punto che si paventa l’idea di un possibile ricorso. Ricorso, che chiaramente rallenterebbe la messa in atto del provvedimento. Contrari alle velleità di scontro del sindaco sono le principali forze politiche campane. Sono in molti a credere che il Comune debba aprirsi al dialogo con il Governo, evitando inutili lotte, che frenerebbero nuovamente il progetto. Adesso, è fondamentale, che si sblocchi l’immobilismo a cui si è assistito negli ultimi vent’anni e, s’inizi a lavorare al più presto per una Bagnoli riqualificata.

Ne abbiamo parlato con l’architetto e urbanista Bruno Discepolo, tra i promotori di “Noi per Napoli”, associazione attiva nell’affrontare i problemi del territorio.

 

Il Governo si è mosso per sbloccare la questione Bagnoli, lei è d’accordo con le decisioni prese dal premier Renzi, che ha dato più potere alla Regione, tagliando fuori il Comune?

«Abbiamo avuto una perplessità sul fatto che ci sia stata una riduzione eccessiva del ruolo e delle competenze dell’istituzione comunale. Laddove al contrario è sembrata salvaguardata una prerogativa delle competenze, che sono chiaramente espresse in questo caso a livello istituzionale dalla regione, che ha appunto una competenza concorrente con quella dello Stato in materia urbanistica e quindi di approvazione di piani, variabili etc. Questa differenza, in parte si può spiegare perché questa norma, non è più solo per Bagnoli, ma ha valenza nazionale, su cui si può immaginare perché sia riconosciuto questo ruolo delle regioni, dall’altro lato c’è stata una sottovalutazione nel momento della definizione del decreto, di quelle che sono alcune prerogative dei Comuni in materia urbanistica».

Quindi, l’associazione “Noi per Napoli” crede che non sia giusto questo ruolo marginale del Comune?

«Noi, come associazione “Noi per Napoli”, auspichiamo che un ruolo più attivo del Comune, possa essere in parte recuperato nella conversione del testo in legge dal Parlamento, fermo restando, che è evidente che si con questo provvedimento legislativo, stia imprimendo una svolta, che è quella che mette in capo al Governo una capacità di scegliere e intervenire in casi d’interesse nazionale fuori dai tradizionali schemi, per cui un Consiglio Comunale può diventare un momento d’interdizione o di blocco di qualsiasi attività».

De Magistris, dopo il decreto del Governo, ha rilasciato dichiarazioni molto pesanti, secondo lei, qual è il comportamento migliore che dovrebbe assumere in questa situazione?

«Il Comune non deve assolutamente prendere in considerazione ricorsi giudiziari e idee di fare barricate, questo sarebbe l’errore più grave che possa compiere il sindaco in questo momento. Il problema è che va recuperato positivamente un ruolo del Comune, del Consiglio Comunale e dello stesso Sindaco. Questo va fatto attraverso una fase nuova d’interlocuzione tra il Comune, il Governo e le forze politiche, ritrovando un’autorevolezza del Comune sul piano politico e, non reclamando un rispetto formale di una norma, che è stata eventualmente modificata con questo decreto. Bisogna, invece, invocare una capacità politica di questo sindaco di riuscire a dialogare con il Governo per trovare soluzioni».

“Noi per Napoli” è un’associazione attenta a ricercare soluzioni ai problemi della città, quali sono gli altri progetti su cui state lavorando?

«Il lavoro di “Noi per Napoli” è iniziato un anno fa, ed è partito con un tema e una visione che è quella che mette al centro il tema della realizzazione di una vera città metropolitana di Napoli e quindi, dentro questa chiave di lettura stiamo affrontando alcuni temi specifici. A breve torneremo su alcune questioni dei beni culturali del centro storico di Napoli cercando di dare una chiave a questi nostri contributi, per costruire realmente una città metropolitana, che non sia solo formale rispetto alla nuova norma, ma che sia la partenza di una nuova realtà territoriale e istituzionale».

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