Qui ed ora

Questione di sicurezza o di civiltà?

Ancora una volta, ancora la Vesuviana. Oggi pomeriggio un treno diretto a Sorrento, pieno di pendolari e di turisti è stato colpito dal lancio di sassi di cui uno si è infranto contro un vetro, non riuscendo ad infrangerlo. Stava ripartendo dalla stazione di Miglio d’Oro, quel treno che, partito da capoluogo partenopeo, arrivava alla costiera sorrentina attraversando l’intera provincia sud di Napoli. Attimi di paura, anche se la corsa ha continuato verso la meta.

Non è la prima volta che accade qualcosa simile. Lungo la tratta della ferrovia che percorre più dell’intera provincia di Napoli si sono verificati altri episodi simili, caratterizzati da eventi più tragici con persone ferite.

Sembra un bollettino di guerra, un’escalation senza fine che pone seri interrogativi sia sul piano della sicurezza che della civiltà. Pendolari sofferenti per la carenza di mezzi pubblici costretti a corse a singhiozzo e col rischio di restare feriti per un gioco assurdo. Turisti terrorizzati da eventi che sembrano riproporre momenti di guerriglia urbana, in una sorta di moderno assalto alla diligenza.

Stazioni in balia di teppisti o ridotte a covo di tossici. Torna prepotente la questione trasporti, anche sulla scorta di episodi simili.

In un territorio esteso e denso che supera i 3 milioni di abitanti, con un problema reale di mobilità delle persone e dei flussi turistici, ci ritroviamo con la Circumvesuviana che cammina a singhiozzo, la tratta ferroviaria Napoli-Salerno interrotta a Portici dopo il crollo di Villa d’ Elboeuf e la metropolitana della linea1 che si è scoperta essere la più lenta d’Italia (e d’Europa no?) per un treno ogni 14 minuti a fronte di un treno ogni 4 minuti a Milano.

Il Governatore della Campania e l’assessore regionale al turismo provano a rilanciare la regione sul piano internazionale, non riuscendo, però, a fornire le risposte alle esigenze più elementari che una città moderna dovrebbe offrire.

Tempo fa riproponemmo il “Sogno di Cascetta”. Oggi resta l’utopia dei campani.

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