In questa fase della storia mondiale segnata, come profondamente e acutamente analizzava Lukàsc, dalla “distruzione della ragione” si ergono e si stagliano nettamente sulle miserie di questa valle di lacrime lo stile ed il coraggio di Bergoglio nel denunciare le malefatte della chiesa pedofila e omofoba. Ma, oggi, ancora con più determinazione sta affrontando il tema dei temi per la guida religiosa dei cattolici: la diffusione della credenza, della superstizione! La chiesa ha sempre cullato lo sviluppo di tendenze superstiziose nel popolo dei fedeli; più superstizione, più potere, più capacità di governo e di espansione della “religio”. L’attacco è nudo e crudo: i pellegrinaggi a Medjugorje sono inutili, così come sono fatui e falsi i “ mediatori postini” della Madonna! Altro che marketing religioso, come interpretava Pietro Ostellino i primi passi di Francesco da Papa. La vita, caro Ostellino, per te è solo merce e tu ti vendi in ogni istante della tua esistenza; ma, ci sono “valori” che tu, malthusiano e reaganiano, non potrai capire mai perché non sono sul mercato e non hanno prezzo. Francesco li ha e non ha paura di difenderli e diffonderli anche contro gli stessi interessi venali e materiali della “Sua” chiesa.
Quanto più bene fa Bergoglio, come sta facendo effettivamente, tanto più cresce in me la rabbia per il degrado della politica in Italia ed in Europa.
Personaggi come Berlusconi e Renzi, il PD ridotto sotto zero a Genova, Venezia, Roma e Napoli, le “coscienze” (se ci sono) malate di esponenti anche storici di quello che una volta fu il PCI come Bassolino, Burlando, De Luca, Orfini e per certi versi dell’ex Presidente Napolitano ci inducono ad esaltare la modernità e la contemporaneità del pensiero di un grande comunista, di Enrico Berlinguer che denunciò, prima che si verificasse e raggiungesse i livelli di tangentopoli, la deriva della “questione morale”, vero cancro della società italiana ed europea nell’epoca della globalizzazione dell’economia o per dirla con le parole di Ostellino della mercificazione di massa da lui auspicata, come principio saldo del capitalismo.
La corruzione politica trova la sua sponda” naturale” nella criminalità organizzata, nella mafia. La mafia che uccide i corpi, caro visionario Ferrara, quella che cattura le coscienze, più pericolosa di quella assassina: è la sua evoluzione darwiniana. C’è bisogno di nuovo di Berlinguer ma, i pessimisti affermano che non è possibile reperirlo nell’attuale panorama politico, e quindi mi debbo rassegnare e dobbiamo, tutti, prendere atto che la situazione è tragica. Tuttavia Gramsci ci può guidare nel trovare una soluzione a tale problema. Costruiamo, e lo possiamo, un intellettuale collettivo “morale” che contribuisca a risanare tra grandi difficoltà e problemi ma, con passione e tensione di giustizia sociale il marciume della vita pubblica e privata italiana. Una grande coalizione sociale che unisca gli ultimi e gli emarginati della società che vogliono ristabilire i tre principi cardine della democrazia: fraternitè, libertè e egalitè, ossia attuare la nostra costituzione.
Ma Bergoglio è “più” di un comunista, dicono i detrattori; certo è permeato dalla cultura della teologia della liberazione che si sintetizza in questa massima: “SE INCONTRI UN DISEREDATO E TI COMMUOVI, SEI UN UOMO”, “SE INCONTRI UN DISEREDATO, TI COMMUOVI E GLI DAI DA MANGIARE SEI UN CATTOLICO”; “SE INCONTRI UN DISEREDATO, TI COMMUOVI, GLI DAI DA MANGIARE E GLI INSEGNI A PROCURARSI IL CIBO SEI UN COMUNISTA”!
Come dice quel celebre detto popolare: mille, centomila, un milione di Bergoglio e Berlinguer per affermare valori e dignità dell’uomo; per una società più giusta e solidale e non competitiva e cancerosa. La superiorità morale della sinistra era questa, era reale e praticata, rendendo “diversi” i comunisti alla Bergoglio di Togliatti e Berlinguer. In quei tempi, che per la rinascita dell’Italia devono tornare, eravamo anche inconsapevolmente, Kantiani: “Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”.