Dopo una prima giornata in stile rigorosamente istituzionale, ieri le consultazioni al Quirinale sono entrate nel vivo con i vari gruppi parlamentari. È la giornata delle componenti minori e le varie delegazioni (17 in tutto). Mattarella intende procedere con il massimo scrupolo ma anche rapidamente, visto che il 15 dicembre, esattamente tra una settimana, è in agenda un Consiglio europeo (qui il calendario delle consultazioni). Anche se difficile, non è quindi da escludere l’affidamento di un incarico già da domenica, se le indicazioni venute dai partiti facessero emergere o la possibilità di dar vita ad un nuovo esecutivo.Dall’ex Ministro Udc Rocco Buttiglione all’ex leopoldino Pd fondatore di “Possibile” Pippo Civati. Dalla rappresentante del gruppo emigrati italiani in Brasile ai più riconoscibili Raffaele Fitto e Bruno Tabacci, ma sotto sigle che molti non hanno mai visto prima. Come non hanno mai visto la maggior parte degli onorevoli e dei senatori che sono stati ricevuti al Quirinale. Le consultazioni non lasciano fuori proprio nessuno! E quelli che chiedono la parola al popolo sanno bene che con l’attuale Costituzione sono le Camere ad eleggere il Premier.
A nome del gruppo Misto del Senato, Francesco Campanella, tra i primi a entrare nello studio di Mattarella, ha sottolineato che è opinione diffusa nel gruppo Misto considerare l’effetto del referendum e che bisognerà quindi concentrarsi sulla legge elettorale nelle scelte delle prossime ore: “Ci aspettiamo che col prossimo governo si possa riuscire a dare la possibilità al Parlamento di esprimere in una ampia maggioranza una legge elettorale che restituisca al Parlamento il peso che la Costituzione, grazie a Dio tuttora vigente, gli attribuisce”.
Anche il gruppo Alternativa libera-Possibile ha sostenuto come sia necessario lavorare a una nuova legge elettorale prima di andare al voto: “Le elezioni – ha detto Massimo Artini al termine delle consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – hanno un consenso se ci sono le condizioni per arrivarci. Lavorare su una proposta di legge elettorale è un passaggio fondamentale”. Inoltre, “bisogna porre attenzione sul contrasto allo stato di povertà di una grossa fetta di paese. Va combattuta in maniera robusta: senza questo tipo di passaggio non è comprensibile nessun altro lavoro”.
Al colloquio con Mattarella era presente anche l’ex Pd Pippo Civati, leader di Possibile: “Siamo perché questo paese, dopo 3 anni di riforme mancate e bocciate, possa avere una legge elettorale che dia potere ai cittadini. Non vedo soluzioni improvvisate né va bene l’Italicum al Senato. Serve una riflessione seria, siamo pronti ad andare a votare ma nella pienezza di condizioni per i cittadini. Abbiamo chiesto a Mattarella che ci sia un esecutivo che consenta al Parlamento di lavorare sulla legge elettorale e che non imponga decisioni, che consenta la soluzione migliore, più rappresentativa”. Infine secondo Civati serve “un atteggiamento di sobrietà e cautela: chi ha perso e chi ha vinto devono ritrovarsi sulle regole”.
Secondo l’ex ministro Rocco Buttiglione, rappresentante dell’Udc, ora serve una legge proporzionale visto che “per la seconda volta il popolo ha bocciato la grande riforma e contemporaneamente il sistema maggioritario. La prossima legislatura – ha detto – deve essere quella della grande coalizione tra la sinistra democratica e i partiti che fanno riferimento al Ppe in Italia. E su questo lancio un appello a Silvio Berlusconi”.
Il leader di Fare e sindaco di Verona, Flavio Tosi, dopo l’incontro con il Capo dello Stato riferisce che la cosa migliore è “un governo di larghe intese per svelenire il clima nel paese, anche se sembra che questa ipotesi si allontani”. L’altra soluzione “praticabile” è un governo che faccia “la legge elettorale e poco altro per andare al voto il prima possibile”. La scelta, secondo Tosi, non può che ricadere su una figura “di alto profilo, anche internazionale”. Quanto a un reincarico a Renzi dice: “Se fosse per fare la legge elettorale subito, a prescindere dalla Consulta, in questa chiave il reincarico avrebbe standing internazionale e anche uno scopo”.
A nome del Psi, Riccardo Nencini ha detto: “Abbiamo consegnato al presidente della Repubblica più soluzioni, prediligendo un governo di scopo e di responsabiità corale. Se questa soluzione non dovesse esserci – ha aggiunto Nencini – non va escluso né un reincarico a Renzi né la possibilità di individuare una figura di profilo alto internazionale”.
La road map di Fratelli d’Italia è quella di fare una legge elettorale in pochissimi giorni, entro la fine dell’anno. Lo ha chiarito la presidente, Giorgia Meloni, al termine della consultazione. Fratelli d’Italia, come era già noto, non sosterrà quindi alcun governo: “Scioglimento delle camere a gennaio e voto entro marzo – ha detto Meloni – si deve andare al voto con una data certa, “altrimenti chiameremo il popolo alla mobilitazione, e il 22 gennaio siamo pronti a scendere in piazza”.
L’ultimo gruppo ad uscire dallo studio del Presidente della Repubblica è quello della Lega Nord e Autonomie. A parlare per il Carroccio è Giancarlo Giorgetti che, di fatto, ribadisce quello che il partito di Salvini aveva già espresso nei giorni scorsi. “Il popolo vuole votare e non gradisce Renzi presidente del Consiglio. – ha detto in un intervento telegrafico – Si deve andare al voto il prima possibile. questa è la posizione che emerge dal referendum”.