Economia e Welfare

Raffaele Amore: “La Campania arriva in ritardo all’appuntamento con l’Expo”

Sembra essere tutto pronto per l’inizio dell’EXPO, la grande fiera di esposizione mondiale che prenderà il via il prossimo primo maggio in quel di Milano. Nonostante ritardi nella costruzione dei cantieri, lungaggini burocratiche ed inchieste giudiziarie, la grande macchina organizzativa si è ormai messa in moto.  Circa 170 i Paesi che, fino a questo momento, hanno dato conferma di partecipazione al grande evento. La Campania, patria delle dieta mediterranea, si candida a ricoprire un ruolo da protagonista nell’ambito dell’evento. Riconosciuta come patrimonio dell’Umanità, infatti, la dieta mediterranea è a giudizio di molti esperti, la nuova frontiera dell’alimentazione, modello da imitare per perseguire ed inseguire il sogno di una vita assai longeva. Ma quanto la Campania insiste su tale argomento? In che misura, la regione Campania, promuove lo sviluppo della dieta mediterranea e dei prodotti biologici del proprio territorio? A questo proposito, abbiamo voluto ascoltare il parere di Raffaele Amore, presidente della Confederazione Italiana degli Agricoltori di Benevento, che nel corso di questi anni, si è battuto per la promozione dei prodotti campani e per la salvaguardia e lo sviluppo del territorio campano.

Presidente, quanto investe, a suo giudizio, la Regione Campania, nello sviluppo e nella promozione dei prodotti biologici della sua terra?

A mio giudizio investe poco. E per quel poco che investe, lo fa anche male. IL problema principale è che la regione Campania non ha una vera e propria strategia per la promozione e lo sviluppo dei prodotti biologici della sua terra”.

Le politiche messe in atto dalla Regione sono tese, a suo parere, allo sviluppo di una cultura eco-sostenibile?

“La Regione Campania non fa abbastanza in questo senso. Come Cia, stiamo facendo in modo che tutto ciò che riguarda il settore agro – alimentare e lo sviluppo di una cultura eco-sostenibile ad esso connessa,  si traduca in quello che noi promuoviamo sul territorio. Stiamo cercando di far capire alla regione che è necessario investire nel PSR (Programma di Sviluppo Rurale), attuando politiche che tendano allo sviluppo di prodotti eco-compatibili e allo sviluppo della green economy. Tutto ciò si riesce a fare se premi il modo di coltivare. Se io pratico una coltivazione ad impatto ambientale zero, rispetto ad un altro che pratica una agricoltura di tipo intensivo, devo essere premiato. Il PSR ha delle misure che agevolano tutto ciò. Come CIA, ci stiamo adoperando affinchè si comprenda che è necessario e bisogna investire in tutto ciò”.

 

Tra meno di un mese, avrà inizio l’Expo. Come arriva la Campania a questo appuntamento?

“La Campania a questo appuntamento arriva in forte ritardo. Altre regioni hanno programmato le proprie attività in sinergia con le aziende presenti sul territorio. Dalla Regione Campania, invece, assoluto silenzio. EXPO non è solo Milano. Il ministero delle Politiche Agricole, infatti, ha destinato fondi pari a 500000 euro alla regione Campania, affinchè essa fosse motore di attrazione per  progetti importanti. Tali fondi, invece, sono stati spesi per un progetto a Gragnano e nella provincia di Salerno. Ma la regione Campania non è mica costituita solo dalle province di Napoli e Salerno? Che fine fanno le aree interne? Perché non destinare fondi anche per la realizzazione di progetti interessanti in provincia di Benevento o di Avellino?”

Qual è, il ruolo, che la Campania potrà esercitare nell’ambito di una manifestazione così importante?


“La Campania avrebbe dovuto e potuto esercitare un ruolo assai importante. La nostra regione è ricca di monumenti storici e di posti assai importanti e conosciuti nel mondo. Avremmo potuto portare tanta gente sul nostro territorio, sfruttando il motore trainante dell’EXPO. Abbiamo fatto troppo poco, come Regione Campania, in questo senso. Avremmo potuto far crescere sensibilmente il numero dei turisti presenti sul nostro territorio, tra Maggio e Ottobre. Milano come luogo per visitare l’Expo, la Campania come posto per ammirare le nostre innumerevoli bellezze e degustare tanti prodotti tipici. A malincuore, ritengo che la nostra Regione non sarà protagonista all’EXPO”.

Siamo a conoscenza di sue importanti iniziative per la valorizzazione dei prodotti campani. Può illustrarci, nel dettaglio, qualcuna di queste iniziative?

“Come provincia di Benevento ed ente che rappresenta questo territorio, stiamo insistendo molto sulla promozione del vino, che è il prodotto per eccellenza di questo territorio. Se investiamo bene sui nostri prodotti vitivinicoli, possiamo davvero risollevare le sorti della economia del nostro territorio. Per fare ciò, non c’è bisogno di progetti spot, ma bisogna navigare tutti nella stessa direzione. Una volta attuato ciò, sarà il prodotto stesso a trainare altri “prodotti eccellenti” che il nostro territorio produce, quali miele ed agrumi. Tutto questo, diventa però complicato, visto e considerato che manca una quadro di insieme e progetti ad ampio raggio e respiro. Per quanto riguarda l’olivicoltura, resto della idea che bisogna promuovere un prodotto IPG campano, che possa contraddistinguere solo ed esclusivamente quel tipo di prodotto in tutto il mondo. Così come il parmigiano reggiano identifica un determinato territorio, così il nostro ulivo ed il nostro olio da esso prodotto può identificare il territorio sannita. E’ giunto il momento che alle parole seguano i fatti. Crescita economica e sviluppo del territorio devono rappresentare un binomio inscindibile”.

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