Un incontro dal sapore particolare si è tenuto a Biškek – Kyrgyzstan, durante i lavori dei leader dei paesi aderenti all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO). Dai media è stato definito «il giorno dell’incontro» si tratta del Presidente Iraniano, Hassan Rouhani, e Vladimir Putin il Presidente della Federazione Russa, i due durante il loro incontro, hanno fatto il punto sullo stato delle loro relazioni in un contesto mediorientale assai fragile. Per il capo del Cremlino, i legami con Teheran sono un «modello che progredisce giorno per giorno, nonostante alcune difficoltà causate da attori esterni. In primis, sono gli Stati Uniti, la loro uscita dall’accordo sul nucleare iraniano (JCPOA) è definita preoccupante, poiché genera instabilità in tutto il Medio Oriente e potrebbe minacciare l’intero sistema per la non proliferazione degli armamenti nucleari». Dal canto suo il presidente Rohani ha dichiarato all’agenzia di stampa Sputnik, di riconoscere che nella regione si richiedono degli sforzi, e la cooperazione tra i due paesi va in questa direzione: «Vista la notevole pressione straniera e le sanzioni che vengono introdotte, la necessità di cooperazione tra gli stati, inclusi i nostri, diventa ogni giorno sempre più forte». Le relazioni con l’Iran, secondo Putin, sono: «sfaccettate e multidimensionali e riguardano l’economia, la stabilità regionale e la lotta congiunta al terrorismo. Evocando i risultati nella lotta al terrorismo in Siria e nel favorire un processo di pace congiunto anche grazie alla collaborazione con la Turchia». Per i due leader, tutto questo concorre ad appianare una crisi crescente nell’intera regione, acuita due giorni fa dall’incidente delle due petroliere nel Golfo dell’Oman, nei pressi dello stretto di Hormuz. Il Ministro degli Esteri Russo, Sergej Lavrov è intervenuto da Mosca, «condannando l’attacco alle navi, esortando a non trarre conclusioni affrettate, si tratta di un chiaro riferimento al governo degli Stati Uniti che, a poche ore dal sabotaggio, hanno accusato l’Iran di esserne il principale responsabile. In seguito, le accuse sono state, reiterate dallo stesso presidente Donald Trump, che starebbe preparando una «rapida risposta a Teheran». L’Iran, tuttavia sostiene che le accuse siano infondate e, in risposta alle dichiarazioni del presidente Trump, ha parlato di «provocazioni che fanno parte di un’altra campagna contro l’Iran».