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REFERENDUM: CON GLI SLOGAN NON SI SOGNA (E NON SI COMUNICA)

SE QUELLI DEL NO HANNO DECISO DI PERDERE, CONTINUINO A MANDARE IL LEADER LEGHISTA IN TV A RIMEDIARE BRUTTE FIGURE CON LA BOSCHI

Il confronto tra il leader della Lega (colui che ambirebbe ad essere il punto di riferimento dell’intero centrodestra) ed il Ministro per le Riforme, è stato a dire poco esilarante.
Salvini ha dimostrato approssimazione ed incapacità di “stare sul pezzo”.
“La Ministra”, invece, logica, coerente, molto persuasiva.
Quando, nel riflettere sulla scarsa efficacia comunicativa di Zagreblesky (nel confronto con Renzi), sollevai la questione/necessità di una comunicazione che fosse adeguata, efficace ed efficiente, alludevo a tante cose.
Il riferimento non era soltanto al “ritmo”, alle “note” ed agli “accenti”, ma anche (e soprattutto) alla logica; anzi, per restare alla dinamica musicale, il riferimento fondamentale era “all’armonia”, ad uno sviluppo perfettamente armonico tra i “suoni di sostegno” e la “melodia”…
Viviamo in una società nella quale la comunicazione è sempre più veloce, sintetica, “focalizzata” su accenti specificatamente rivolti alla persuasione ed alla stessa “seduzione di concetto”: non capirlo è davvero ridicolo…
Salvini ha dimostrato molta superficialità. A dire il vero, è una carenza parecchio diffusa nel centrodestra.
Continuare a sostenere che il NO sarebbe lo strumento per mandare “Renzi a casa” (quando è pacifico che questo effetto non si verificherà mai) ovvero per tutelare la libertà, sono percorsi logicamente inadeguati.
Rischiano di far vedere “mostri” – che proprio non ci sono – e di produrre soltanto tantissima confusione e disorientamento mentre le persone vogliono un “sogno da sognare”, una speranza da nutrire ed un domani da riuscire nuovamente ad immaginare…
Le persone non sono stupide. Vogliono appassionarsi.
Non si accontentano degli slogan, né di quelli “pro NO, né di quelli “pro SI”…
Prima lo si capirà e meglio sarà.

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