“Credo che siano referendum legittimi che affrontano sicuramente temi anche importanti e sentiti dai cittadini, ma che forse in questo momento potevano essere invece superati da un dibattito politico, coinvolgendo anche le parti sociali, senza arrivare alla consultazione referendaria”. Così si è espressa la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan a Castelnuovo del Garda a margine di una iniziativa organizzata dalla Cisl Lombardia insieme alla Cisl Veneto in vista della consultazione referendaria del prossimo 22 ottobre, aggiungendo che: “Speriamo che il referendum serva ad aprire un discorso serio sulle competenze istituzionali dello Stato, delle Regioni e degli Enti locali. E’ evidente che non ci saranno cambiamenti. Ma il giorno dopo il referendum ci auguriamo possa avviarsi una discussione seria che coinvolga anche le parti sociali ed il sindacato in particolare“.
La Furlan ha affermato che “per fare scelte di questo genere bisogna coinvolgere non solo tutti i soggetti istituzionali ma anche quelli sociali da Trento a Palermo, evitando di far diventare questo tema un elemento di propaganda politica. La Cisl è sempre stata per un federalismo solidale e cooperativo che rendesse più forte e coeso lo stato nazionale, in modo da rendere regioni, province e comuni in condizione di alzare il livello di qualità dei servizi ai cittadini. Il fai da te non ha funzionato. Lo abbiamo visto purtroppo sul tema dell’energia, quando lo stato non svolge un ruolo di tutela e di garanzia del bene comune di un paese. I referendum del 22 ottobre in Lombardia ed in Veneto costeranno tra l’altro ai cittadini circa 60-70 milioni di euro. Forse erano risorse che potevano utilizzarsi meglio se pensiamo che in Lombardia il costo del referendum è esattamente quanto costa l’intero impianto sociale in tutta la regione. Quella del federalismo e dell’autonomia è una partita che per tanto tempo è stata sullo sfondo della discussione e del dibattito politico nel nostro paese. La legislazione spesso si è tradotta in immobilismo e ricorsi continui che certamente non hanno fatto bene. Il tema del rapporto Stato-Regioni nel nostro paese credo debba essere affrontato in modo serio, compiuto, con un dibattito generale che coinvolga anche le forze sociali rappresentative del lavoro. In ogni caso il referendum è legittimo ed i cittadini di queste due regioni, Lombardia e Veneto, potranno esprimersi liberamente”.
La leader della Cisl si è poi appellata alle regioni sul tema dello sblocco dei contratti del pubblico impiego, dichiarando: “Se vogliamo elevare la qualità dei servizi pubblici, innovare nelle prestazioni ed alzare anche i salari dei lavoratori nel settore pubblico non serve cambiare la costituzione. Occorre ridare il ruolo centrale alla contrattazione nazionale, aziendale e territoriale. Se le regioni Lombardia e Veneto ci sosterranno nella nostra battaglia per sbloccare la contrattazione pubblica sarebbe un bel segnale positivo ed un esempio per tutto il paese”.