Il giudice civile di Milano, Loretta Dorigo, ha respinto i due ricorsi presentati dall’ex presidente della Corte Costituzionale Valerio Onida e da un pool di legali. I ricorsi vertevano sul fatto che “in un unico quesito vengono sottoposti all’elettore una pluralità di oggetti eterogenei, tra di loro non connessi o comunque collegati solo in via generica o indiretta, e che riflettono scelte altrettanto distinte, neppure tra loro sempre coerenti. Ma la sottoposizione al corpo elettorale dell’intero variegato complesso di modifiche mediante un unico quesito, viola in modo grave ed evidente la libertà del voto del singolo elettore, arrecando radicale pregiudizio allo stesso principio democratico proprio in occasione dell’esercizio diretto della sovranità popolare al suo livello più alto: cioè nella ridefinizione delle regole del patto costituzionale”. Il giudice ha respinto il ricorso perché il quesito non lede la libertà di voto: “la natura oppositiva del referendum costituzionale verrebbe a mancare” spiega il giudice Dorigo “e ad essere irrimediabilmente snaturata laddove si ammettesse la parcelizzazione dei quesiti. Il referendum nazionale non potrà che riguardare la deliberazione parlamentare nella sua interezza»