Troppi nomi per poche caselle: a poco più di un mese dalla presentazione delle liste per le Regionali campane, in Irpinia la truppa degli aspiranti candidati, tanto sul fronte del centrodestra che del centrosinistra, continua a essere più folta delle reali possibilità di trovare spazio.
E mentre a Roma si discute ancora sulla data dell’election day che riunirà in un solo appuntamento Amministrative e Regionali, con l’ipotesi di un secondo rinvio, questa volta al 7 giugno, a prendere sempre più corpo, sui territori è acceso il dibattito all’interno degli schieramenti. Complici pure due nodi da sciogliere circa le alleanze: tanto Sel quanto i centristi, in particolare quelli riconducibili all’Udc, ancora non hanno scelto se essere semplici comparse o avere un ruolo da protagonisti in questa tornata elettorale.
Sul fronte del Partito Democratico la minoranza dei civatiani irpini avanza la candidatura di Francesco Todisco, ex vicesegretario provinciale del partito, la cui Ape Rossa circola ad Avellino già da alcune settimane, ma è all’interno della maggioranza “renziana” che bisognerà necessariamente fare sintesi. Tra quelli della prima ora, non tutti hanno gradito l’investitura da parte del deputato Luigi Famiglietti del sindaco di Montemarano Beniamino Palmieri, sostenendo il diritto alla candidatura della presidente del partito e rappresentante del Vallo di Lauro, Roberta Santaniello; per i renziani della seconda ora invece dovrebbe essere in campo l’ex senatore Enzo De Luca. Una candidatura che toglierebbe spazi ad altri dirigenti del partito, a partire da Lello De Stefano e Vanni Chieffo, che da mesi batte in lungo e in largo la provincia con una tabella di marcia che ha già tutto il sapore della campagna elettorale. Nei giorni scorsi dopo la chiusura del segretario provinciale Carmine De Blasio nei confronti di possibili candidature di esponenti PD in liste collegate, si è aperto un’inevitabile botta e risposta tra parti. L’unica candidatura a oggi non messa in discussione tra le fila dei democratici dovrebbe essere quella dell’uscente Rosetta D’Amelio.
«Per battere Caldoro abbiamo bisogno di liste forti a partire da quella del PD perché queste Regionali sono una partita più che aperta; servono candidati rappresentativi dei territori, delle loro esigenze, riconosciuti e riconoscibili dall’elettorato per il loro impegno», spiega la consigliera che interviene anche in merito al nodo delle liste collegate: «Più liste riusciamo a creare, più possibilità abbiamo di suscitare una mobilitazione diffusa sul territorio – aggiunge la D’Amelio – Io credo che chi riveste ruoli dirigenziali nel partito, debba necessariamente essere candidato in liste targate PD. Le collegate invece devono essere liste aperte, con una forte presenza della società civile, ma si può pensare di concordare con i vari livelli del partito una deroga per gli iscritti al partito in ragione del fatto che con il loro radicamento possono aiutare la causa generale e metterci in condizione di vincere le Regionali».
Ancora presto però per ipotizzare quali personalità della società civile vorranno essere della partita (molto probabile l’impegno del dottor Carlo Iannace, medico apprezzato e amico di Vincenzo De Luca), mentre è data quasi per certa la presenza nella lista dei Verdi del consigliere comunale e provinciale Gianluca Festa, che nei giorni scorsi ha incontrato Vincenzo De Luca per siglare il patto elettorale.
Nell’area dei centristi, sono diversi i nomi sulla piazza da diverse settimane: in casa Udc l’unica candidatura data quasi per certa è quella di Maurizio Petracca, il segretario provinciale del partito e uomo di fiducia di Ciriaco De Mita che lo ha voluto anche come consulente del Comune di Nusco, di cui è sindaco da maggio scorso. Tra le donne, il nome su cui si rincorrono con insistenza voci è quello di Rosetta Casciano: una candidatura rappresentativa dell’area orientale della provincia, ma che potrebbe finire per cedere il passo a una donna della Valle Caudina. Sono tanti però alla corte di De Mita a coltivare segrete aspirazioni e ad attendere che il leader faccia chiarezza sulle modalità con cui il partito parteciperà alla battaglia elettorale. Per il Nuovo Centrodestra invece in campo ci sarà sicuramente l’uscente presidente del Consiglio regionale Pietro Foglia, che gode di un consenso diffuso su tutto il territorio provinciale; accanto a lui salgono le quotazioni dell’ex Forza Italia Generoso Cusano, forte del passato da assessore ai Lavori pubblici della Provincia e riferimento del partito ad Ariano Irpino, seconda città più popolosa d’Irpinia. Cusano tuttavia potrebbe, nell’ottica della parità di genere, cedere il passo alla moglie e consigliera comunale Carmela Grasso.
All’arianese si guarda con interesse pure tra le fila di Forza Italia, partito al cui interno, dopo le Provinciali dello scorso ottobre, è andata evidenziandosi la frattura tra quanti si riconoscono nella figura del senatore berlusconiano Cosimo Sibilia piuttosto che nella leadership più giovane e attrattiva del sindaco di Ariano Domenico Gambacorta. Lo scontro si concretizzerà proprio in ragione della composizione della lista di partito e di quelle collegate.
Data per certa la ridiscesa in campo, nella lista del presidente, del consigliere uscente Ettore Zecchino che dovrebbe godere proprio dell’appoggio di Gambacorta. In pole position per FI in Irpinia troviamo pure l’ex consigliere provinciale Franco Di Cecilia, e l’ex sindaco di Avellino Giuseppe Galasso, la cui candidatura suscita perplessità tra quanti ricordano che il medico avellinese solo due anni fa partecipava, senza esito, alle Primarie del Partito Democratico in vista delle Politiche. Nell’universo del centrodestra scalpitano pure gli uscenti Antonia Ruggiero e Sergio Nappi, così come i sindaci Vincenzo Alaia e Ferruccio Capone. Scelta civica infine potrebbe optare per Sergio Barile, già candidato senza successo alle Europee, ma in corsa resta pure il sindaco di Atripalda Paolo Spagnuolo; mentre in casa Sel l’unico nome circolato finora è quello del segretario provinciale Raffaele Aurisicchio.