“Da quando ho ricevuto l’incarico istituzionale come Garante delle persone private alla libertà personale, il 26 Settembre 2017, ho concentrato le mie conoscenze e capacità affinché fossero tutelati i diritti e rispettati i doveri dei detenuti”. Ha così esordito, Samuele Ciambriello, garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Campania, al Consiglio Regionale della Campania, per la relazione annuale sulle condizioni delle carceri campane, di questo 2018. Ad introdurre la relazione, Maria Antonietta CIARAMELLA, delegata da Rosetta d’Amelio, Presidente del Consiglio Regionale della Campania. La consigliera della Regione Campania ha affermato: “Ringrazio innanzitutto il Professor, nonché, Garante Samuele Ciambriello, per il lavoro svolto in questo ultimo anno. I ringraziamenti non sono solo da parte mia ma di tutta la Regione Campania che oggi rappresento. Quando leggiamo questo rapporto e quindi andiamo ad affrontare il problema degli esseri umani che restano tali, all’interno delle celle, non possiamo non guardare anche lo spaccato di società che c’è fuori, perché quello presente nelle carceri è solo una conseguenza. Non dobbiamo dimenticarcelo. Un aspetto particolarmente importante per la Regione Campania è sicuramente quello sanitario, non perché sia più importante rispetto agli altri ma perché è nostra competenza e nostra responsabilità migliorare in questo settore. Proprio come stiamo facendo. Quando ho fatto visita ai detenuti la cosa che più mi ha colpito è che molti di loro hanno avuto per la prima volta un rapporto con uno specialista o con il servizio sanitario pubblico, in carcere. Questa è una cosa che mi ha stravolta e devastata come essere umano, perché avere a che fare con una persona che puoi immaginare possa avere un degrado sociale, culturale ma non sapere o non avere la considerazione di se’, tale dover ricorrere ad un medico, perché avverti un dolore e quel dolore lo attribuisci ad una normalità perché sei sofferente e nato sofferente. Credo che questo debba farci interrogare su cosa è la società fuori e poi cosa possa succedere dentro. Perché dentro può essere un momento di riscatto e di rinascita.” Dopo l’introduzione della Consigliera ha preso parola Samuele Ciambriello e ha raccontato che grazie ad un’attenta osservazione e attività di monitoraggio, ha ricavato dati, notizie, osservazioni ed esperienze riguardanti le condizioni di vita dei ristretti e degli istituti penitenziari che gli hanno permesso di realizzare la prima relazione annuale “su lo stato della vita di un detentivo in Campania”. Dall’osservazione dei dati relativi agli Istituti di pena che insistono nella Regione Campania, possiamo preliminarmente scorgere ancora oggi, l’insistere del gravoso problema concernente il sovraffollamento carcerario (ad oggi 7872 presenze) Il Garante, ha poi fatto presente ulteriore problema. Ovvero la presenza di persone in attesa di giudizio, in istituti di pena, alle quali viene privata la libertà ancor prima della condanna definitiva. Non è mancato a tale proposito, un suggerimento del garante, con opinione condivisa da molti giuristi e addetti ai lavori quella di intensificare le misure alternative alla detenzione, almeno per le persone ancora in attesa di giudizio per reati di bassa pericolosità sociale o per chi avesse ancora da scontare una pena residua esigua in riferimento al reato commesso.“Il generale malessere non è solo un fattore che affligge la popolazione carceraria, ma si riflette anche sugli operatori che con gli stessi lavorano quotidianamente.” Stesso discorso è stato ripreso e riconfermato da Monica Amirante, Presidente del tribunale di sorveglianza di Salerno. “Migliorare la qualità della vita detentiva non solo aiuta il detenuto a cambiare atteggiamento e migliorarsi ma sopratutto è una tutela nei confronti di chi deve lavorare”. Non sono mancati durante la relazione i continui ringraziamenti di Ciambriello per i volontari, che sono una forte presenza a parziale compensazione del deficit di personale. Ha poi ricordato del dato emblematico riguardo la sanità penitenziaria, le quali pur riconoscendo il diritto di ciascun individuo alla cura ed alla salute a prescindere dallo status liberatis, presenta notevoli criticità operative e gestionali, causate per lo più da carenze organiche, strumentali e di personale. “Ogni detenuto costa 136 euro al giorno delle quali 3 euro per colazione, pranzo e cena e appena 2 euro per il trattamento rieducativo. Capirete bene che non bastano certo per una nuova formazione sociale e che Decarcerizzare costa meno di carcerizzare”.Non è mancato cenno su un tema delicato, quello della delinquenza minorile in Campania. Difatti, risulta dai dati che nonostante la giovane età questi reati commettono reati efferati, mossi dall’incoscienza, dall’irresponsabilità influenzati dal contesto culturale e familiare in cui vivono. Si è poi forte dibattuto sull’esecuzione delle misure di sicurezza degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e nelle case di cura e custodia della introduzione della c.d. R.E.MS. Dopo la relazione di Ciambriello è intervenuto anche Domenico Schiattone, direttore ufficio detenuti e trattamento del PRAP, che non si è trovato particolarmente d’accordo con le affermazioni del Garante ma che ha ringraziato per l’impegno e il lavoro svolto in questo ultimo anno e ha tenuto spiegare che la mancanza di personale e di attività formativa sono dovute alla mancanza di fondo. Durante la giornata non è mancata anche la presenza della Presidente del tribunale di sorveglianza di Napoli, Adriana Pangia, che ha affermato “Dagli anni 70 ad oggi, ringraziando il cielo il carcere è cambiato, ci sono più figure che lavorano per renderlo migliore. Anche se, secondo me resta ancora un po’ chiuso. Per migliore all’interno dei carceri c’è bisogno di fondi che purtroppo mancano e non arrivano per ora”. Non è mancata la risposta a Domenico Schiattone anche di Ornella Riccio, magistrato di sorveglianza presso il tribunale per minori, presente anche lei oggi e che ha ricordato come lo Stato sia assente nell’intervenire prima che il reato possa essere commesso per una seconda volta. A fine giornata Ciambriello ha ringraziato il suo staff, alle persone che hanno lavorato nell’ultimo anno con dedizione permettendo di costruire e di organizzare piccoli progetti che danno la speranza a queste persone che hanno bisogno di In-clusione e non Re-clusione.