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RENZI – MARCHIONNE: AFFINITA’ ELETTIVE

Renzi, nel giorno dello sciopero sindacale unitario di sabato scorso, due aprile  per un cambiamento della riforma delle pensioni,  ha affermato come“in questo paese abbia fatto  più Marchionne, più alcuni imprenditori,  che certi sindacalisti. Io sto con Marchionne”. Guarda caso qualche giorno prima il Marchionne aveva dichiarato che se fosse residente  in Italia, avrebbe votato Renzi, perchè ha fatto le riforme, ecc.

Conclusione: Marchionne sta con Renzi, Renzi sta con Marchione per affinità elettive (politiche) che possono destare preoccupazione. Sarebbe patentemente contro  la verità, sostenere  che Marchionne non è espressione di poteri forti, ma un  benefattore dell’Italia.

A nostro avviso, queste simili dichiarazioni e comportamenti  del Nostro presidente del consiglio, sollevano  un interrogativo: “Quale è la scelta di campo di  Renzi, attore politico?”.   Questo interrogativo, al di là di ogni moralismo o attenta analisi dei cambiamenti del lavoro nella società  informazionale, ci è stato posto dal ricordo  dell’affermazione centrale dell’Enciclica sociale “Laborem exercens”  di Giovanni Paolo II  sul primato del lavoro umano sul capitale nelle sue varie espressioni.

Al di là delle polemiche strumentali su ciò che è di sinistra e ciò che non lo è secondo le convenienze del giorno, del richiamo ad una  stagione post-ideologica aperta a soluzioni pragmatiche, da parte del politico ma non solo esiste o no  una scelta di campo, un primato di valori da perseguire nell’economia, cioè i diritti universali del lavoro umano patrimonio non solo delle organizzazioni sindacali. Qual è la scelta di campo di Renzi, sostenuta da poteri forti o meno? Certo, per uscire dalla crisi, è impegnato a  promuovere l’occupazione nelle attività d’impresa, più che valorizzare e salvaguardare il  lavoro umano nelle sue attuazioni e condizioni. Al di là dello sprezzo reiterato  verso le organizzazioni sindacali considerate un ostacolo e non una rappresentanza del mondo del lavoro, dal modo di parlare e comportarsi di Renzi  non emerge una vicinanza, un’empatia con le varie situazioni e condizioni dei lavoratori, con la fatica e le preoccupazioni  del lavoro umano di uomini e donne, per proiettarsi sulle platee di successo da rivendicare.

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