“Per stendere Renzi bisogna sparargli“, scrive il quotidiano di Vittorio Feltri, Libero, il quale spiega: “Ho scelto una metafora di uso comune: attribuire al mio titolo il valore di una minaccia significa essere analfabeti” aggiungendo che “E poi in un articolo non c’è solo il titolo: chi vuole capire meglio, legga il testo. E basta leggere il titolo per intero e i primi tre capoversi del pezzo per capire che Renzi è vittima del fuoco amico: ‘Nel Pd goffi tentativi per liberarsene’, è la sinistra che gli spara”. Mentre Matteo Renzi tuona così: “Fermo restando che ciascuno fa i titoli e gli articoli che vuole bisogna ricondurre tutto a ragione ed equilibrio. Quella di ‘Libero’ la considero una battuta fosse non troppo felice: ringrazio tutti per la solidarietà ma non mi sento minacciato da Vittorio Feltri. Non esagererei, non la vivo come una minaccia, è una delle provocazioni che a volte voi giornalisti fate. Per me non è un problema”. Non tardano ad arrivare le critiche , come quelle mosse da Federazione nazionale della stampa italiana, che in una nota afferma: “Il titolo del quotidiano Libero su Matteo Renzi è istigazione alla violenza e incitamento all’odio. Non ha niente a che vedere con il giornalismo né può rappresentare esercizio del diritto di critica, sempre legittimo e insopprimibile, ma nel rispetto della dignità delle persone. Al segretario del Pd, così come ad ogni altra persona colpita da parole trasformate in pietre, la solidarietà della Fnsi”.