Qui ed ora

RENZI TORNA A NAPOLI PER LA FIRMA DEL PATTO PER LA CAMPANIA: «È FINITO IL TEMPO IN CUI SI BUTTAVANO VIA I FONDI EUROPEI»

Di nuovo a Napoli nel giro di pochi giorni, stavolta per un passo ancora più importante del precedente: nella scorsa visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi a Napoli, i discorsi su Bagnoli e sul Mezzogiorno sono stati incoraggianti, ma stavolta si è passati all’azione.

Questa mattina Renzi è tornato in città per la firma in prefettura del Patto per la Campania di cui si è tanto discusso, e che adesso pare diventare sempre più concreto. Lo ha detto anche il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, secondo il quale Napoli e la Campania «non hanno mai ottenuto tale attenzione da nessun Governo».

È nelle parole del governatore che si possono avvertire l’entusiasmo dei progetti futuri, che potrebbero davvero segnare un punto di svolta per il territorio: «Una grande sfida che dobbiamo vincere insieme, con interventi che andranno da Bagnoli a Pompei, dalla rimozione delle ecoballe a Paestum e alla reggia di Caserta. Turismo, cultura, bonifiche, lavoro. Stiamo svoltando, in Campania. Il Patto è ossigeno che diamo all’economia del territorio, e anche risposta più efficace sul medio periodo ai problemi della delinquenza organizzata. Creare lavoro, aprire cantieri, dare opportunità anche ai giovani. Occorrerà intervento repressivo ma sarà decisivo anche il tipo di sviluppo che riusciremo a creare». Proprio la rimozione delle ecoballe – i grandi blocchi compattati di rifiuti che da anni attendono di essere smaltiti – e delle barelle nei corridoi dell’ospedale Cardarelli, «due delle anomali che finora sporcavano l’immagine della Campania nel Paese», sono le prime due emergenze in programma da affrontare, già nella prossima settimana.

A proposito dell’immagine della Campania, non si può dimenticare la più grande piaga che affligge la terra del sole, quella della camorra. Nemmeno Renzi se l’è dimenticato, e ha deciso di accogliere fuori programma una delegazione del rione Sanità e del movimento “Un popolo in cammino”, guidato dal parroco Angelo Berselli. Insieme a quest’ultimo, presente in prefettura anche don Antonio Loffredo, per chiedere maggiore sicurezza e, soprattutto, maggiori garanzie per i giovani del quartiere martoriato, proprio negli ultimi giorni, dagli efferati omicidi della criminalità organizzata napoletana, che colpiscono indifferentemente anche chi non ha colpe. Come Genny Cesarano, il giovane di 17 anni ucciso lo scorso settembre da un colpo di pistola vagante, e il cui padre, Antonio, era anch’egli presente all’incontro in prefettura. Le parrocchie, le associazioni, i cittadini del rione hanno chiesto di tenere le scuole aperte il pomeriggio e prospettive di lavoro per i giovani che vanno ad alimentare la manovalanza della camorra.

Non a caso, Renzi ha assicurato che le risorse messe in campo dal Patto per la Campania «sono una risposta di medio-lungo periodo all’emergenza criminalità», con riferimento al fatto che se crei posti di lavoro e offri ai cittadini occasioni in più per essere soddisfatti della propria città e delle istituzioni, è chiaro che vai a ledere i punti di forza della criminalità.

Chi invece non si è visto all’incontro in prefettura è il sindaco de Magistris, che in quel momento si trovava a una manifestazione di beneficenza al Teatro San Carlo, e che comunque non è stato invitato, anche perché – va ricordato – non ha nessun ruolo per la firma per il Patto. Renzi ricorda che dei 16 Patti previsti per il Sud – per le regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, e per le città di Bari, Cagliari, Catania, Messina, Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Taranto – due sono ancora in fase di stallo: «Manca solo la città di Napoli e la Regione Puglia, poi siamo a posto. Abbiamo le firme di quasi tutti, mancano solo il sindaco de Magistris e il presidente Michele Emiliano».

Il Patto per la Campania prevede in totale lo stanziamento di 9,5 miliardi di euro da qui al 2020 nei settori delle infrastrutture, della cultura, dell’ambiente, il turismo e il lavoro. Non è più tempo di buttar via i fondi europei, afferma Renzi, e se il Sud riparte, come ci si aspetta che accada, l’Italia potrà finalmente acquistare il ruolo che le spetta e diventare la locomotiva d’Europa.

*Nella foto in evidenza, Matteo Renzi e Vincenzo De Luca (LaPresse)

 

Potrebbe piacerti...