di Matteo Renzi
Condivisibili le polemiche contro le scelte dell’amministrazione Trump in materia di immigrazione. Mi fa piacere che si siano levate molte voci di dissenso in Europa. Ma fuori dal politicamente corretto si può sommessamente dire che alcuni leader europei che oggi criticano Trump sono gli stessi che non hanno mosso un dito per aiutare l’Italia davanti ai problemi dell’immigrazione? Io non condivido le scelte del Presidente Trump, ma credo sia legittimo dire che qualche leader europeo che oggi lo attacca, dopo non aver mosso un dito per i rifugiati africani sbarcati in Sicilia, non è propriamente il più legittimato a dare lezioni morali su questo tema. Sbaglio?
Elezioni. Nei palazzi della politica non parlano d’altro. Quando si vota? Come si vota? Chi si candida? Sono temi che sento molto lontani. Sarà l’aria di Firenze, sarà la distanza dal ruolo istituzionale. Ma non riesco a capire come si possa dedicare tanto tempo a questo dibattito. Dopo il referendum, purtroppo, non sarà facile governare l’Italia. La nostra proposta di semplificare il sistema è stata bocciata: il popolo ha votato, viva il popolo. Pertanto il problema non è con quale legge si vota, visto che questo interessa soprattutto agli addetti ai lavori che sognano un posto in Parlamento, ma quali idee si propongono e quali progetti si presentano. Dunque tutti discutono di quando si vota: io ne sto lontano mille miglia e lavoro sulle proposte per il futuro. Perché la tempistica delle elezioni o i collegi della legge elettorale interessano chi vuole rientrare in Parlamento. I problemi reali di tutti i giorni interessano alle donne e agli uomini di buona volontà. E io voglio stare con gli italiani, non con gli addetti ai lavori.
Un sorriso,
Matteo