Referendum, voto anticipato, Pd e il futuro del Paese. Matteo Renzi, in un’intervista a Repubblica, parla per la prima volta dopo le dimissioni
Renzi analizza gli errori commessi: “Mi sono illuso che si votasse su province, Cnel, regioni. Errore clamoroso. In questo clima la parola riforma è suonata vuota, meccanica, artificiale. Nel 2014 il Paese sapeva di essere a rischio Grecia, l’efficienza aveva presa, funzionava perché serviva. Tre anni dopo avrei dovuto metterci più cuore, più valori, più ideali. Insomma, meno efficienza e più qualità”. E credo per il futuro nelle opportunità della sinistra che può “vincere e convincere. Ma deve entrare nel nuovo secolo, tenere insieme le tradizioni e il futuro”.
Tant’è che spiega cosa vuol dire essere di sinistra per lui: “Per me essere di sinistra è anche innovare: essere garantisti sulla giustizia, abbassare le tasse, non andare necessariamente a rimorchio del sindacato che contesta ideologicamente i voucher e poi li usa. Lo farò. L’ho fatto”.
Nel Pd “adesso c’è da fare. Lanceremo una nuova classe dirigente, gireremo in lungo e largo l’Italia, scriveremo il programma dei prossimi cinque anni in modo originale. Siamo ammaccati dal referendum ma siamo una comunità piena di idee e di gente che va liberata dai vincoli delle correnti. Ci sarà da divertirsi nei prossimi mesi dalle parti del Nazareno”.
L’ex premier è chiaro anche sul voto anticipato: “Io non ho fretta, decidiamo quel che serve all’Italia, senza ansie ma anche senza replicare il 2013 dove abbiamo pagato un tributo elettorale al senso di responsabilità del Pd. Forse alcuni parlamentari – specie dei nuovi partiti – sono terrorizzati dalle elezioni perché sanno che non avrebbero i voti neanche per un’assemblea di condominio. Ma noi no. Noi faremo ciò che serve al Paese”.
Il ballotaggio “è il modo per evitare inciuci, governissimi, larghe intese tra noi e Forza Italia che non servono al Paese e aprono un’autostrada al grillini”. Dunque la posizione del Pd sulla riforma elettorale resta “ballottaggio o se no Mattarellum”. E “se poi dalla Corte verrà fuori un sistema diverso ci confronteremo con gli altri”. “Col maggioritario – sottolinea Renzi a Repubblica- il Pd è il fulcro di un sistema simile alla democrazia americana. Con il proporzionale torniamo a un sistema più simile alla democrazistiana. Ma il Pd sarà decisivo comunque. Il futuro dell’Italia passa da noi, dai nostri sindaci, dalla comunità di valori della nostra gente. Che non ne può più di chi tutti i giorni spara contro il quartier generale”.
Renzi non risparmia una riflessione anche sul Movimento Cinquestelle e il suo leader Grillo “vince se denuncia il male. Non se prova a cambiare. Quei ragazzi sono già divisi, si odiano tra gruppi dirigenti, fanno carte e firme false per farsi la guerra. Ma sono un algoritmo, non un partito”. “Lui è il Capo di un sistema che ripete ai seguaci solo quello che vogliono sentirsi dire, raccogliendo la schiuma dell’ onda del web” – afferma, e aggiunge – “io non voglio una sinistra all’algoritmo: la voglio libera, capace di pensare con la sua testa, coi sui valori, la sua cultura , i suoi ideali”.
Nell’intervista Renzi mette a fuoco anche la questione banche: “Il caso Etruria ci è costato molto. Ma abbiamo fatto tutto quello che andava fatto. Abbiamo commissariato la banca, mandato a casa gli amministratori compreso il padre della Boschi, Etruria è l’unica banca sanzionata due volte, ci sono indagini della magistratura e ci saranno processi: vedremo chi sara’ condannato e chi no”. E invece il commento dell’ex premier sulla crisi delle banche. “Non vedo l’ora che parta la commissione di inchiesta per fare chiarezza sulle vere responsabilità, dai politici ai manager ai controllori istituzionali”, ha aggiunto.
Infine sul futuro del quotidiano L’Unità, assicura che “lavoreremo a una soluzione con umiltà e buon senso”. “Faremo di tutto – dice- Vedrò Staino e gli editori della settimana prossima. Ma se il giornale vende poco davvero pensiamo che la colpa sia del segretario del partito?”.