Appena rientrato dalla California, Matteo Renzi è subito ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, su Raitre.
L’ex premier affronta in tv la scissione del Partito democratico. «Un disegno scritto, ideato e prodotto da D’Alema», sostiene. E all’ex segretario chiede di restare: «Vediamo chi ha più consenso e più voti»
Scissione, quanto peserà…
“Era tutto scritto, ideato e prodotto da Massimo D’Alema. Io mi sono dimesso perché era giusto, per poter scegliere il nuovo leader. E loro se ne sono andati lo stesso. Mi si può chiedere di dimettermi, non di non ricandidarmi. Di rinunciare al mio sogno. Mi dispiace. D’Alema e i suoi non hanno mandato giù il rospo: che qualcuno non dei loro dirigesse il Pd”. “Io mi sono dimesso da segretario perché ho perso. Tutti dicono che se perdono se ne vanno, ma poi restano. Io ho perso e mi sono dimesso. Un voto, quello del referendum, che ha bloccato il Paese. Ma io riparto da qui”.
Scissione rimediabile?
“Le dico cosa penso davvero: credo che questa scissione sia una cosa molto di palazzo. Si è discusso sulla data del congresso, sui codicilli. Ma nel mondo il problema della sinistra è Trump, è Le Pen. In Italia il problema della sinistra sarei io? Si può credere? Rimettiamo al centro l’Italia. Io non ne posso più di questo dibattito. E oggi che ne sono fuori sono ancora più convinto che l’Italia sia un Paese meraviglioso”. “Volevo lasciare la politica. Mi hanno fatto ripensare mia moglie, i miei figli, discussioni accese. I miei figli devono sapere che loro padre può perdere, ma non si arrende. Ok, ho perso una partita, proviamo con la prossima”.
Il ritorno, in una mentalità più proporzionalista, non sembra a lei molto congeniale…
“Non lo faccio per me. Abbiamo sistemato la legge sul terzo settore. E’ morta una bracciante, noi abbiamo fatto la legge contro il caporalato. Io vorrei che l’Italia non si rassegnasse alla logica del ‘sono tutti uguali’ e ‘il futuro è già finito’. Chi ha votato me e con me merita di essere rimesso in campo”.