E’ ormai una guerra senza esclusione di colpi quella tra Lega e Federcalcio. Con il voto di ieri in assemblea la Lega ha tentato un golpe nei confronti della Figc: se il campionato che ripartirà il 20 non si dovesse concludere, la Serie A chiederà al Consiglio Federale di non assegnare lo scudetto e di bloccare le retrocessioni, a meno che i verdetti non siano già aritmetici al momento dello stop. Una mossa che ha sorpreso e irritato il presidente della Federcalcio Gravina, da sempre in prima linea, artefice – nei confronti del Governo – della ripartenza e deciso a punire eventuali furbetti con decisioni drastiche nel caso in cui venga violato il protocollo sanitario. Sedici favorevoli, un contrario (il Milan), tre astenuti (Roma, Napoli e Lazio). Così, di fatto, nel documento approvato dalla Lega viene bocciato l’algoritmo presentato dalla Figc.
Ma la proposta della Confindustria del pallone non ha speranze di passare nel consiglio federale di lunedì prossimo che sarà un po’ la resa dei conti. Le proiezioni di voto prevedono infatti una vittoria abbastanza netta, 18 a 3 della Figc che può contare sui voti, oltre che del suo presidente, anche di uno della Lega B, tre della Lega Pro e sei dei dilettanti. Con la Figc anche l’associazione arbitri, i calciatori (quattro voti) e gli allenatori (due voti). A logica, solo la Lega A contro.
Un voto, quindi, scontato ma nel caso di franchi tiratori dell’ultimo minuto, il presidente Gravina, come da decreto governativo, avrà comunque la facoltà di prendere da solo la decisione finale. Ipotesi remota perché tutte le componenti federali sono compatte contro la proposta della Lega di A.
Insomma, cominciano i giorni cruciali per il futuro del calcio con il consiglio federale di lunedì 8 giugno e l’assemblea di Lega in programma mercoledì 17 giorno della finale di Coppa Italia, a Roma.