Le riprese di “Gomorra 2” continuano a creare polemiche. Qualche giorno fa si è iniziato a girare nel quartiere Scampia, che rappresenta un po’il luogo principale della serie Tv e al primo ciack c’era chi voleva protestare. La piccola rivolta, se così la si può chiamare, dal momento che erano poco più di dieci persone, era capeggiata dall’Avvocato Angelo Pisani, Presidente dell’VIII Municipalità di Napoli. L’intenzione del noto avvocato era di parlare con i responsabili della produzione per chiederli d’impegnarsi a mandare in onda, prima di ogni puntata, interviste a istituzioni, associazioni e persone che la camorra la combattono ogni giorno, per spiegare che c’è chi questa battaglia la vuole vincere.
Così Angelo Pisani, nel pomeriggio di giovedì, è sceso nella strada di Scampia scelta per le riprese, adornato con la fascia tricolore per: «Spiegargli- si legge dalla sua pagina di Facebook- che cosa stanno provocando e distruggendo, per ribadire la verità e far conoscere l’attualità contro il marketing del male che non va inteso come critica al cinema». Una protesta, che però, non ha avuto alcun seguito. L’avvocato Pisani, infatti, non è riuscito a ottenere ciò che voleva. E intanto alcuni residenti sono accorsi anche loro per strada per schierarsi dalla parte della serie televisiva. «Chi se ne importa dello “scuorno”- ha urlato una donna- della vergogna per Scampia. A me questi del film mi danno ottanta euro per fare la comparsa, lo stato che mi da? Niente. Io voglio che lo fanno questo film». E ‘da subito chiara ed evidente la posizione di quei residenti scesi a manifestare contro la rivolta capeggiata da Pisani.
Intorno alla serie televisiva Gomorra e alle sue riprese si è ormai creato un caso. Mesi fa i sindaci di alcuni comuni, come Afragola, Acerra e Giugliano avevano detto “No alle riprese”, impedendo quindi che la serie fosse girata. Il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, dicendosi contrario a ogni forma di censura, ha, invece, autorizzato le riprese. Qualche giorno fa anche il Questore di Napoli, Guido Marino aveva parlato della “discussa” serie televisiva: «Certi programmi tv sono offensivi e per niente rappresentativi della realtà che vogliono rappresentare». Frase a cui subito è arrivata la risposta dello scrittore Roberto Saviano, ideatore di “Gomorra la serie”: «Offensivi sono i clan, offensiva è l’omertà, offensivo è accusare opere creative, invece che la corruzione e l’inefficienza della macchina statale. In questo contesto le parole del questore di Napoli Guido Marino sono l’ennesimo invito all’omertà».
Ci troviamo di fronte a una battaglia, “combattuta” attraverso dichiarazioni, interviste e articoli di giornale, dove da un lato c’è chi è contrario alla serie tv e dunque alle sue riprese, perché lede le immagini di alcuni territori, già lacerati, dall’altro c’è chi ritiene che non è certo l’esistenza di una fiction ad acuire un problema, ormai radicato da sempre nel territorio o comunque a distorcere la realtà. Il discorso è sicuramente complicato, si tratta di comprendere quanto sia lecito frenare la creatività di un prodotto filmico, che ben rappresenta la realtà, ma che resta sempre pur sempre una fiction e come tale si può scegliere di non guardarla. Viene anche da pensare che tanta indignazione e tenacia nell’impedire queste riprese, dovrebbero essere messe al servizio di altro, magari verso qualcosa di più reale di un prodotto televisivo.