Non solo le zanzare, ma anche scarafaggi tra i medicinali al pronto soccorso del San Giovanni Bosco. La Sanità a Napoli è nel mirino. Nuova denuncia del consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, dopo il caso scandalo della donna con il letto invaso di formiche al San Paolo. La direzione dell’ospedale ha fatto sapere che nel primo pomeriggio interverrà la ditta incaricata della disinfestazione di blatte e zanzare.
L’ultimo intervento, in questo senso, è datato, carte alla mano, 14 giugno scorso. La necessità di una ulteriore disinfestazione completa è stata comunicata e richiesta, sempre in via ufficiale, un mese fa. “Serve una bonifica oltre alla disinfestazione”, fanno sapere dalla direzione sanitaria. E contro le zanzare le prime 5 zanzariere nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli saranno montate oggi. È quanto fa sapere la direzione sanitaria del nosocomio, retta da Luigi De Paola. Complessivamente saranno circa 180 le zanzariere che saranno installate dopo l’allarme lanciato ieri da parenti degli ammalati. Per l’aria condizionata che non funziona all’interno del pronto soccorso, la struttura “non è ancora collaudata”. Un compito che spetta alla ditta costruttrice. Nonostante questo, “il pronto soccorso è in funzione”. “La Asl dovrebbe contattare la ditta dei lavori – spiegano alla direzione – per procedere al collaudo e alla consegna”. “È stata chiesta un mese fa una ispezione igienico-sanitaria – sottolineano dalla direzione – siamo in attesa di risposte”. E per bocca del suo direttore sanitario Luigi De Paola avverte i vertici della Asl: “Dal primo settembre il pronto soccorso chiude”. A meno che i medici in servizio non vengano sottratti. Basta leggere la nota dell’altroieri per interpretare la gravità della situazione: “Si avvisa per tempo che non solo non si potranno formulare i turni della Chirurgia vascolare, ma anche quelli del Pronto soccorso. Che quindi chiude”. Così, uno dei principali e più attivi ps è a rischio. Il documento è stato spedito al direttore generale Mario Forlenza, all’amministrativo Ornella Nappi e a quello sanitario Pasquale Faraone Di Girolamo. Il nodo cruciale è ancora una volta la carenza di personale. In questo caso il rischio è che a fine agosto gli unici due camici bianchi concessi al pronto soccorso del San Giovanni Bosco vengano meno. E i conti si fanno in un attimo. Per coprire i turni sulle 24 ore dell’emergenza medica sarebbero necessari dieci specialisti. Al momento se ne contano sei: con due in meno ne rimarranno quattro. Di sicuro insufficienti a garantire l’attività assistenziale continua di qualsiasi pronto soccorso.
ANTONIO ZAPELLI,da Qualcosa di Napoli