Pomeriggio di tensione ieri nel carcere di Salerno-Fuorni a causa di una rivolta inscenata da un centinaio di detenuti. Danni in un piano della struttura. All’esterno i familiari in attesa davanti ai cancelli. All’interno della casa circondariale, invece, la notizia della sospensione dei colloqui per l’emergenza Coronavirus si sparge tra i detenuti con una velocità superiore al contagio da Covid 19. Non c’è più nulla che possa contenere l’ira dei reclusi. La rivolta monta in pochi attimi, favorita anche dalla opportunità che hanno i detenuti di muoversi con parziale libertà durante le attività pomeridiane
I detenuti si sono armati spranghe di ferro ricavate dalle brande con le quali hanno distrutto tutto quello che c’era da distruggere. Dopo avere divelto le inferriate dei finestroni sono riusciti a salire sui tetti. La rivolta è durata circa due ore. Hanno parlamentato con la direttrice Rita Romano e il Provveditore campano dell’Amministrazione penitenziaria Antonio Fullone. Sul posto sono giunti carabinieri e polizia di Stato.
Gli agenti della polizia penitenziaria, guidati dal comandante Gianluigi Lancellotta, sono riusciti a domare la rivolta. Sul posto anche il questore di Salerno, il comandante provinciale dei carabinieri e il garante regionale per i diritti dei detenuti, Samuele Ciambriello che ha dichiarato:” Anche criticità a Carinola, Poggioreale, Secondigliano e sant’Angelo dei Lombardi. Dalla prossima settimana e fino al 22 marzo sono vietati i colloqui con i familiari. I direttori degli Istituti, in ragione delle evidenze rappresentate dall’autorità sanitaria possono prorogare di altri 15 giorni tale divieto.Sospesi permessi ai detenuti e criticità anche per i semiliberi!
Molta approssimazione, poca preventiva informazione rischiano di portare a proteste, anche non pacifiche dei detenuti,a ledere diritti in favore del diritto alla salute sia dei detenuti che della polizia penitenziaria e di tutti coloro che entrano nel carcere. A Salerno ho espresso solidarietà alla direttrice del carcere Rita Romano,contusa in una fase convulsa della trattativa. Sarebbe opportuno mettere agli arresti domiciliari chi deve scontare due anni di pena,mandare a casa i semiliberi ed incrementare gli affidamenti in prova ai servizi sociali. Poi se Mattarella pensasse all’indulto non sarebbe male.”
«Proteste simili a quella di Salerno, per fortuna subito rientrate, si sono registrate anche nell’istituto penitenziario di Carinola e nel carcere napoletano di Poggioreale – rivelano il segretario regionale e il presidente dell’Uspp, Ciro Auricchio e Giuseppe Moretti – questo ennesimo momento di criticità però connota la precaria realtà del carcere salernitano per il quale sono necessari interventi immediati e un potenziamento dell’organico di agenti»