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ROBERTO SPADA, RIMANE IN CARCERE PER AVERE AGGREDITO UN GIORNALISTA DELLA RAI, REO DI SVOLGERE IL PROPRIO LAVORO, QUELLO DI RACCONTARE LA VERITA’

Roberto Spada, rimane in carcere essendo l’ autore dell’aggressione a un giornalista della Rai. Così ha sancito il gip Anna Maria Fattori che nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa ha riconosciuto l’aggravante del metodo mafioso. Resta feroce l’aggressione  operata  da Spada in un luogo pubblico, volendo  riaffermare la propria forza e capacità di intimidazione. Cosi  Spada  avrebbe voluto ribadire il potere in un territorio caratterizzato da uno stato di assoggettamento e da una garanzia di impunità.  La  testata è stata data, secondo Spada, perché sono stato provocato dal giornalista: così Spada ha risposto al gip nel corso dell’interrogatorio di convalida del fermo richiesto dalla procura. L’indagato ha ammesso di aver aggredito Daniele Piervincenzi affermando che la sua reazione è stata dettata da una provocazione.Intanto sul litorale romano si è svolta la prima delle due manifestazioni contro la criminalità organizzata, a cui ha partecipato anche la sindaca Virginia Raggi: “Quello che è avvenuto  è stato vergognoso e le istituzioni hanno il dovere di reagire per testimoniare che Roma e Ostia ancora di più sono contro la mafia. Non potevo non esserci. Siamo qui tra i cittadini e questa è una bella risposta. E’ una manifestazione aperta a tutti”. Riguardo l’ assenza del  Pd, la Raggi ha dichiarato:  “L’assenza del Pd? Oggi non voglio fare polemiche. Tra l’altro noi saremo anche alla manifestazione di giovedì prossimo, indetta da Libera ed Fnsi perché la mafia è qualcosa che si deve combattere quotidianamente“. Resta l’atto feroce contro un giornalista che stava svolgendo il proprio lavoro,  raccontare la verità perchè la sua legge glielo impone. Il mestiere forse, più bello del mondo, ma anche il più difficile di tutti, perchè si  mette la propria vita al servizio del proprio lavoro, rischiando di perderla. Rischiando, talvolta   di  subire violenze, senza averne la colpa , ma soltanto percè si fa questo di lavoro.

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