Non avendo avuto occasione negli ultimi mesi di incontrarla personalmente per esprimere alcune perplessità (discontents) in merito alla comunicazione sulle politiche per l’inclusione dei Rom a Napoli, ho deciso di mettere penna su carta per una maggiore oggettivazione in una comunicazione pubblica.
In primo luogo, in seguito ad un’ultima convocazione delle associazioni pro Rom in data 29 aprile c.a. in merito alla costituzione di una Consulta di Rom – partecipazione richiesta da normative europee e dallo Strategia Nazionale d’inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Camminanti – e sullo stato di attuazione del progetto di sistemazione abitativa per le famiglie Rom di via Cupa Perillo da rendicontare agli organismi europei entro la fine del corrente anno, è calata una densa ed incomprensibile cortina di silenzio ed interruzione di comunicazione. Ad una mia richiesta via email del 24 giugno di convocazione delle associazioni per comunicazioni sulle politiche pro Rom in corso di attuazione, non è stata data alcuna risposta, rilevando che anche gli uffici della Chiesa hanno l’abitudine di rispondere a chi si rivolge loro. Non avendo dubbi che si tratti di un silenzio operoso ma poco trasparente, è da rilevare che esistono nel mondo associativo esperienze e competenze che possono essere utili a chi ha il compito di elaborare ed attuare le politiche per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni Rom, in gran parte ancora residenti nell’area napoletana in campi poco vivibili. Naturalmente si chiede che in un clima di fiducia si riprenda il flusso di informazione e comunicazione, per una più efficace partecipazione civica.
In secondo luogo, è chiara – anche per alcune direttive degli organismo europei e ribadite recentemente dallo stesso Ministero dell’interno – che la meta ed il compito da perseguire a livello locale è il superamento della sistemazione dei Rom in campi con una pluralità di offerte abitative da costruire nel breve e medio periodo. Se esiste una programmazione comunale in tal senso è bene che venga esplicitata, senza timori di critiche, e può essere opportuno a tale scopo costituire una cabina di regia con partecipazione di Rom, esperti e rappresentanti di associazioni pro Rom. Si deve però rilevare nel contempo che, a distanza di pochi giorni, tra il 5 ed il 9 luglio, la polizia municipale in via Pacioli e a Pianura ha proceduto a due sgomberi di campi per condizioni di degrado abitativo e di rischi igienico-sanitario, offrendo la possibilità di ricovero nella struttura della ex-scuola Deledda. Non sembra che tali interventi siano l’effetto di una programmazione nel tempo degli sgomberi.
Senza fare la predica a nessuno, è interesse di tutti un maggiore coinvolgimento di associazioni, organizzazioni, comunità e cittadini, anche attraverso l’informazione e la comunicazione, nell’attuazione per motivi di civiltà dell’inclusione dei Rom che da decenni convivono sul nostro territorio.