Ha destato scalpore il cartellone pubblicitario apparso nel pomeriggio a Roma in cui viene raffigurato un feto, realizzato contro l’aborto, che recita così “tu eri così a 11 settimane… e ora sei qui perché tua mamma non ti ha abortito”. Gli autori del manifesto sono l’associazione “ProVita” la quale si batte da anni contro l’interruzione delle gravidanze. Il presidente della stessa associazione Toni Brandi ha provato a giustificarsi così “Il maxi manifesto contro l’interruzione volontaria della gravidanza offende la scelta delle donne di abortire, una scelta, sempre sofferta e dolorosa, garantita dalla legge 194 che a maggio compirà 40 anni”.
Già a diversi giorni dalla “comparsa” del manifesto molte persone, sopratutto personaggi della politica capitolina, hanno gridato allo scandalo. C’era chi sui social affermava di essere ritornati nel Medioevo. Chi invece si augura che il manifesto venga rimosso come successo con il “murales” che ritraeva il leder dei cinque stelle e quello della Lega baciarsi. C’era anche chi ha chiesto l’intervento immediato della sindaca Virginia Raggi.
Intanto il comune della città capitolina ha già avviato un indagine sul maxi-manifesto sollecitando la polizia locale ad intervenire sul caso. Ma non è la prima volta che il comune è stata chiamata ad intervenire al fine di eliminare quei cartelli considerati “lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali”. Infatti qualche tempo fa al Campidoglio fu firmato una legge in cui vietava l’affissione di questi tipi di manifesti.
Questo manifesto, considerato provocatorio dagli oppositori, resterà affisso molto probabilmente fino al prossimo 15 aprile. Invece qualche giorno prima (7 aprile) l’Associazione “Vita di Donna Onlus” scenderà in strada per manifestare e protestare contro il manifesto. La stessa Onlus ha lanciato in rete una petizione che sperano possa arrivare fino alla sindaca Raggi con lo scopo di farla intervenire per eliminare una pubblicità che in poche ore ha suscitato indignazione tra i vari utenti sparsi tra i vari social network.