In un ormai celebre articolo-intervista a cura del giornalista dell’Huffington Post Alessandro De Angelis, lo scrittore Roberto Saviano denunciava a chiare lettere: “Gomorra è nelle liste di Vincenzo De Luca”, il candidato presidente per il Partito Democratico alle Regionali in Campania 2015. Tra i nomi snocciolati dal famoso autore di “Gomorra” compare anche quello dell’avv. Rosa Criscuolo, candidata al Consiglio Regionale in appoggio a De Luca Presidente: “Pure la Criscuolo era legata a Cosentino e Scajola” ha rimarcato l’intellettuale da anni sotto scorta.
Non si è lasciata attendere la replica della candidata Rosa Criscuolo che da tempo si batte per sfilarsi di dosso quell’abito da dama bionda a cena con Scajola, una cena in cui ha sempre ribadito “non c’è stato niente” e che fa spesso dimenticare tutto l’impegno che da anni mette in campo come radicale.
Ecco cosa scrive la Criscuolo: “Se portare avanti la lotta per la riforma del processo penale per la realizzazione di una Giustizia Giusta, se fare sit-in fuori alle carceri per comprendere la difficoltà delle famiglie dei detenuti, detenuti che spesso subiscono una carcerazione preventiva, se sacrificare la propria vita per lottare per il ripristino della legalià’ ispirandosi alle lotte radicali è l’operato che da sempre mi contraddistingue, allora io chiedo perché a causa di una candidatura che faccio con questo spirito debba subire attività di diffamazione o essere trattata con aggettivazioni di sufficienza. Chiedo rispetto nonostante giuspubbliciste come Conchita Sannino che lei ha evocato non ne abbiano avuto , rea di diffamazione nei miei confronti sul quotidiano Repubblica. La ringrazio per l’ occasione che lei Saviano mi ha dato di dirle che “non si può scrivere di tutto” ai danni di un ferroviere, un p.avv, un membro del comitato nazionale radicale, un campano con la voglia di cambiare. Il mio non è un attacco ma un invito alla riflessione giacché lei, essendo una persona importante e ricca, ha il potere di distruggere giovani come me che non hanno avuto il suo successo e che senza accettare cariche ed incarichi continuano le loro battaglie a piedi nudi. Gli episodi di cui sono stata protagonista non li conosce e mi sorprende come mi cita dopo aver ascoltato le novelle della Sannino a cui non ho mai concesso per il suo “atteggiamento moralista” neanche un’intervista. La saluto e mi rallegro con lei per essere favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere che potrà sfollare le nostre carceri, scuola di criminalità per i nostri giovani e dove il trattamento carcerario è disumano e degradante. IO NON MI CHIAMO GOMORRA”.